mercoledì 7 dicembre 2011

LA MIA LIBRERIA


Ieri notte ho sognato di aver rilevato una piccola panetteria del mio vecchio quartiere per trasformata in una libreria.
E' sempre stato il mio sogno lavorare in una libreria.
Il potere che i libri esercitano su di me è difficile da spiegare. Se c'è chi si incanta davanti a una vetrina di dolci, gioielli, moto, macchine, vestiti, giocattoli...io mi incanto solo davanti alle vetrine di una libreria. Passerei delle ore a curiosare tra gli scaffali, sfiorando i volumi, leggendo le quarte di copertina, le prime frasi dei romanzi, ammirando le copertine, i colori, annusando gli odori...non c'è niente che mi faccia perdere il contatto con la realtà come lo spazio circoscritto di una libreria.
Amo le piccole librerie, molto meno le grandi catene un po' anonime e standardizzate nello stile e nell'esposizione dei libri.
E' vero che ci trovi spesso dei testi impensabili, che la scelta è ampia e che gli sconti sono davvero irresistibili, ma odio la quasi totale assenza di un rapporto umano tra lettore e libraio, le luci sparate e la sensazione generale di freddezza e neutralità dello spazio di vendita.
Nella piccola libreria dove mi servo devo stare attento alla gatta della commessa che gironzola nei corridoi e annusa i tuoi pantaloni e dorme spesso in vetrina, tra un libro di Murakami e uno di Stefano Benni. Scambio spesso due chiacchiere con chi ci lavora e tutti sanno chi sono e cosa mi piace leggere. Mi consigliano e mi indirizzano, senza mai essere troppo invadenti. Il vecchio proprietario perde colpi e si dimentica le cose e allora, tutte le volte, mi chiede se lavoro ancora in quel negozio di mobili da dove sono andato via 5 anni fa. Ma sono piccole incrinature che rendono il tutto ancora più intrigante.
Per questo, sognare di avere una mia libreria, è stato emozionante.
La vedo ancora chiaramente. Ho sognato persino la mia prima cliente che ha comprato 3 libri. E mio padre che è passato per guardare il negozio finito e mi dice che è davvero colorato e accogliente.
Trovo anche uno schedario metallico, uno di quelli usati nei vecchi uffici per la classificazione dei documenti, e dentro ci sono quintali di monetine ordinate per grandezza e valore dentro cilindretti di carta bianca.
Forse è un refuso riferibile ai mie 4 anni passati a gestire un'edicola.
Strano come nei sogni tutto si mescoli e si confonda in un mix impossibile nella realtà.
Questa mattina mi sono alzato felice.
Basta poco, no?

ALIAS

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