venerdì 29 marzo 2013

BARATTO


Ieri era il mio primo giorno libero della stagione e ho cercato di usarlo al meglio per fare un po' di visite ad amici e persone care.
A pranzo sono andato a mangiare nel risto-pub dove lavora un amico.
Nel pomeriggio ho fatto un salto a casa dei miei per salutare tutti e bere un caffè.
Dopo il caffè sono passato da mia sorella per vedere i miei nipotini e salutarla. 
Mi sono seduto sul tappeto e ho giocato con loro, godendomi la piccola Carlotta e Riccardo, un tiranno di soli 5 anni. 
Il signorino, a un certo punto mi fa: "Padrino, giochiamo a ciucciapiede?"
"E che gioco è?"
"Io ti metto i piedi in bocca e tu li ciucci!"
"Ah, ecco. Davvero divertentissimo..."
"Dài, giochi?"
"Ma non ci penso proprio!"
"E dài... è divertente..."
"Ok, però ci gioco se dopo, tu, ciucci i miei. Ci stai?"

Il baratto non è andato a buon fine.

giovedì 28 marzo 2013

ANIMA BELLA


A volte capita di uscire di fretta di casa per andare al lavoro: borsa a tracolla, camicia pulita in una busta di carta, pensieri che volano, occhio al quadrante del cellulare per controllare per la millesima volta l'ora. 
Poi ti giri e, per caso, vedi un necrologio appeso sul portone di un vicino. 
Un avviso rettangolare con una foto sgranata. Ti fermi, frenando l'urgenza, e guardi la foto e leggi cosa c'è scritto. 
Leggi il nome, l'età, il messaggio di cordoglio della famiglia e in quel preciso momento, in quell'attimo sospeso, tutto cambia senso, velocità, importanza. 
Ti ho incontrata tante volte con gli occhiali che ti ingrandivano gli occhi nocciola, tante volte in fila al bancone del supermercato con la tua sportina, tante volte lungo la via, con le buste della spesa e un sorriso gentile... e  tutte le volte mi hai salutato, fermato per chiedermi notizie... per sapere come andava la mia vita incasinata. 
La vita... quella vita che a volte è così sorda, muta, zoppa e non premia le anime belle.

Ciao, dolce Maria... ti ricorderò sempre con affetto e nostalgia.

mercoledì 27 marzo 2013

MALOCCHIO


Ieri mattina, parlando con i colleghi di crisi economica e di locali commerciali che abbassano le saracinesche,  Salvatore, il cuoco napoletano, ci ha spiegato come si fa a Napoli per benedire un locale, un ristorante, un negozio quando si teme qualcosa (crisi, malocchio, sfortuna in genere). 
La soluzione ideale è quella di chiamare un sacerdote gay. 
Io, Wilma e Claudia ci siamo guardati negli occhi increduli e dubbiosi. 
"Ma scherzi, vero?" chiedo io.
"No, no... è proprio così. Chiami un sacerdote gay e risolvi tutti i tuoi problemi."
"E come lo capisci che un sacerdote è gay?"
"Eeeee... guagliò, si capisce... qui nessuno è fesso!" mi risponde lui facendomi l'occhiolino.
"E io che pensavo che il top fosse un sacerdote con la pancia o con la gobba..."
"No, dev'essere gay se vuoi che la benedizione funzioni!"

Dopo questa notizia ho pensato ad alcune cose per spiegarmi il momentaccio che stiamo vivendo:
1- con tutte le attività commerciali che chiudono forse la benedizione di un sacerdote gay non è così infallibile come pensa Salvatore.
2- il numero di sacerdoti gay è decisamente insufficiente per soddisfare l'elevata richiesta di benedizioni in questo periodo drammatico per l'economia.
3- non esistono sacerdoti gay.
4- la sfiga guarda più allo spread che alla sessualità dell'uomo di chiesa.
5- a Napoli hanno molta fantasia.

lunedì 25 marzo 2013

ESSERCI DENTRO


Ho iniziato il nuovo lavoro il 22 marzo e in questi giorni il mio tempo è stato travolto dai ritmi imposti dal ristorante. Nuovo menù, nuova organizzazione, nuovo personale, nuovo boss, nuova filosofia... oserei dire... nuova vita. Mi metto alla prova ancora una volta e spero di cadere in piedi senza rompermi troppe ossa. 
Vivo di precarietà come molti italiani, ma avere per boss la cantante di un gruppo underground molto amato e seguito in tutta europa (tra l'altro fidanzata con un giovane scrittore talentuoso), e avere un cuoco napoletano, un pizzaiolo siciliano dai mille saperi (prepara tutti i giorni il pane aromatizzato nei modi più fantasiosi) e Wilma... l'anima e il cuore del locale...è, come dire, una spinta energetica che mi mancava da anni. C'è un clima sereno, amichevole... si ride, si scherza e ci si fida uno dell'altro. Mi gestisco gli orari in base a quello che devo fare (cosa impensabile nella ristorazione) e ho le chiavi del locale (come tutti gli altri) per aprire e chiudere quando voglio senza restare legato a nessun altro. C'è un clima famigliare, con il piccolo Ernesto che balla appena sente un po' di musica, e il fratellino più grande che ama disegnare sui fogli giganti usati per portare la pizza in sala su un tagliere di legno. 
Il guaio è, com'è normale in questo lavoro, il poco tempo per leggere e scrivere. 
Sono in stand-by... tutta la mia energia ora è concentrata su questo nuovo impegno. 
Provo la stessa emozione che si prova davanti a un'opera d'arte bellissima: ti sembra strano esserci davanti, anzi, ti sembra strano ESSERCI DENTRO!

sabato 23 marzo 2013

giovedì 21 marzo 2013

I GIOCATTOLI DEI BAMBINI


Guardando le foto di questo post, con tanti bambini di diverse nazionalità in posa con i loro giocattoli preferiti, ho pensato a quanto i giocattoli, per un bambino, rappresentino molto di più di un oggetto inanimato. 
C'è chi ha la camera piena di giochi preziosi e chi, nella sua capanna, stringe solo una rana di pezza, una bambola storta o una paletta colorata per improbabili castelli di terra. La fantasia non ha limiti...
Vi ricordate un gioco della vostra infanzia che avete amato in modo particolare?
Io sì, si chiamava Andrea... ed era un Cicciobello a cui staccai la testa a furia di stringerlo forte per addormentarmi nel mio lettino. 
Avevo solo 3 anni e già amavo con tutto me stesso. 










domenica 17 marzo 2013

IL DIAVOLO CINESE


Ieri sera sono andato a mangiare al ristorante cinese dopo più di un anno - forse due - che non ci mettevo piede. Mi hanno convinto un gruppo di amici che ci vanno spesso e si trovano benissimo. Il ristorante è gestito da una coppia ormai storica in città. I nomi italiani sono Maria e Gino. Quelli originali ce li hanno detti più di una volta... ma non ce li ricordiamo mai. Il locale era pieno. Ci hanno fatto accomodare in un tavolo rotondo con l'alzata centrale che ruota e permette a tutti i commensali di prendere bibite, salse e tutto quello che serve. I miei amici hanno scelto la sala buffet - una novità arrivata in città da un bel po' di tempo, ma che io, tanto per cambiare, non avevo ancora provato - per mangiare con 12,90 euro fino allo sfinimento. 
Inizialmente ho pensato: "Ma che palle! Mi devo alzare facendo lo slalom tra tavoli e sedie...", dopo pochi minuti di smarrimento (non amo le novità a tradimento!) mi sono adeguato e seguendo gli amici navigati, ho preso il mio piattino e l'ho riempito di pseudo cibo giapponese (al cinese?), polpette di riso, involtino primavera (quella che tarda ad arrivare), frittatine di piselli, insalata di mare con surimi freschissimo, raviolo - freddo - di carne e altre cose non meglio identificate. 
Sono tornato al mio posto e ho iniziato a mangiare. Ero arrivato a consumare solo metà piattino e i miei amici avevano già spazzolato via la prima porzione abbondante di cibo... e allora vai con la seconda. Io me la sono presa comoda. Non amo mangiare di fretta... mi rimane tutto sullo stomaco. Finito il mio "antipasto", mi sono rialzato scomodando i vicini di posto, e mi sono diretto al buffet. 
Questa volta ho scelto un po' di spaghetti di soia, del pollo alle mandorle, della carne di maiale in agrodolce, un altro involtino primavera (può essere propiziatorio per la bella stagione), uno spiedino di carne e verdure e del pesce fritto. Un po' di tutto senza esagerare. Sono tornato al mio posto e ho mangiato tutto... lasciando solo lo spiedino che non era fatto di carne, ma di pezzi di lardo freddo... bleah! 
Il mio terrore era lasciare qualcosa nel piatto, infatti, se sprechi, paghi una multa di 20 euro. Allora ho diviso le varie parti dello spiedino e li ho sparsi tra i piatti vuoti lasciati sul tavolo. Un pezzo di peperone qui, un pezzo di lardo là. Ho bevuto birra, mangiato un cubetto di torta al cioccolato made Eurospin... almeno a sentire i miei amici che si sono buttati invece su frutta e gelato misto. Niente caffè e niente grappe. Io mi sono fermato a due piatti... ero sazio e non sentivo il bisogno di mangiare altro. Tutto troppo salato, condito, fritto... per non saziarti velocemente. 
La ristoratrice Maria si è seduta al nostro tavolo e ha chiesto al mio amico Stefano notizie su un altro locale cinese, appena aperto in città, che lavora sempre con il buffet. Quando il mio amico le ha parlato male del locale e della qualità del cibo, lei si è sfogata e ci ha rivelato che "quella famiglia non è famiglia che sa lavorare... loro vendono vestiti... ristorante più complesso... io lo so che lo faccio da anni... pochi mesi e chiudono... sì, sì!".
E certo Marì... tu sei una forza e chi ti ammazza! 
Era così contenta della critica negativa ai concorrenti, che ci è andata giù di brutto con il timbro dei punti e, visto che c'era, ci ha regalato un biscotto della fortuna a testa. Usciti dal ristorante siamo andati a bere qualcosa in un altro locale e dopo un po' di musica, di cazzate e di birra... sono tornato a casa. 
Ovviamente, il fantasma cinese non mi ha lasciato solo... il cibo ha lavorato dentro di me per tutta la notte e quello che è successo nel segreto della mia camera da letto non posso rivelarlo a nessuno... anche perché, ne sono sicurissimo, avete già capito che l'esorcista non mi avrebbe potuto aiutare a placare il diavolo dentro di me. 

P.S. - il biglietto contenuto dentro il mio biscotto della fortuna diceva così: "Lei è benvenuto in ogni giro".
Il messaggio è criptico... può voler dire tutto e niente. Benvenuto dove? In un giro di buffet? Oppure dove? Lo prendo come un buon segno... oppure mi devo preoccupare? 

venerdì 15 marzo 2013

TRA DUE FUOCHI di KARIN SLAUGHTER


Leggere Karin Slaughter è una gioia, una sfida, una sorpresa. Deluso da autori che con la serialità hanno perso mordente (vedi il caso di Patricia Cornwell), mi sono imbattuto in un'autrice con una dote particolare: scrivere thriller originali, intensi e sempre imprevedibili. 
Quando entri dentro una sua storia non sai mai dove ti porterà con la sua inventiva. Questo romanzo non fa eccezione. In copertina c'è scritto "un nuovo caso per Will Trent", l'agente speciale con problemi di dislessia e un passato doloroso scritto sulla pelle, ma in realtà il romanzo fa incontrare l'agente Trent con Sara Linton, una delle protagoniste della serie "Grand County Series". 
Tutto parte con il ritrovamento nel lago di una ragazza, apparentemente morta suicida. Solo in seguito viene accusato dell'omicidio un ragazzo con un forte ritardo mentale. Il ragazzo confessa il delitto, e una volta lasciato solo in cella, si toglie la vita tagliandosi le vene con la cartuccia di una penna ricaricabile. Lena Addams, la poliziotta responsabile dell'interrogatorio e della sua custodia, è anche coinvolta nella morte del marito di Sara Linton. Will Trent viene chiamato da Sara quando scopre il cadavere del ragazzo nella cella del commissariato dove, qualche anno prima, suo marito ricopriva il ruolo di commissario capo. Un poliziotto amato e rispettato, ucciso per cercare di difendere una collega che aveva chiesto il suo aiuto. Sara odia Lena e fa di tutto per metterla davanti alle sue responsabilità. Indagando con l'aiuto di Trent tutto sembra raccontare una storia diversa da quella preconfezionata dalla polizia locale.
Il suicidio della ragazza è un omicidio... il ragazzo ritardato è davvero l'assassino? 
Era in grado di organizzare un delitto così complesso e premeditato con un quoziente intellettivo pari a 80?
Ovviamente non vi dico altro... il piacere della lettura non può essere diluito da troppe informazioni. Vi posso solo dire che la Slaughter eccelle nella costruzione dei personaggi, nell'elaborazione del loro mondo psicologico e nella creazione di un contesto credibile... dove tutti i particolari hanno un'importanza e non possono essere lasciati al caso. Prediligo i romanzi che puntano tutto sulla profondità e la complessità dei personaggi. Anche la Cornwell aveva la stessa dote (la sua Kay Scarpetta dei primi romanzi è indimenticabile)... nelle storie della Slaughter ritrovo la stessa forza, ma declinata con più coraggio, trasgressione e la voglia irresistibile di raccontare storie non banali, a volte estreme e urticanti. 

La TIMECRIME ha fatto un ottimo lavoro (ho notato degli svarioni solo nel libro precedente della serie, intitolato GENESI) e promette, con la sua collana, di tenerci compagnia ancora a lungo. I prezzi si sono alzati nelle ultime uscite... solo poco tempo fa potevi comprare i romanzi al prezzone di 10 euro (compresi i primi due della Slaughter... il primo, in offerta, costava addirittura solo 7,70 euro). 
Ora, nel caso di TRA DUE FUOCHI, siamo arrivati a 16,90 euro, ma sono soldi ben spesi. 

Un libro da leggere se non si teme di restare svegli la notte.

giovedì 14 marzo 2013

MI E' SEMBRATO DI VEDERE UN GATTO!


Il mondo di Facebook è un mondo strano. Parli con persone che non conosci nella realtà e spesso si creano dei legami difficili da decodificare. Può unirti una passione, un cantante, un progetto, un locale, un evento, un personaggio pubblico, un partito, una palestra, un amico in comune... insomma, le occasioni per conoscere persone nuove sono tante. C'è chi usa Facebook per trovare l'amore, chi per trovare sesso o partner occasionali, chi per trovare un amico per non sentirsi solo, chi per divulgare un progetto o far conoscere il proprio lavoro, insomma, in questo immenso mare virtuale naviga di tutto. 
E come nella vita reale può capitarti lo stalker ossessivo che inizia a superare i limiti della cortesia e dell'educazione. Persone che non ti conoscono, con cui parli da pochissimo tempo e nel giro di pochi giorni, ne bastano 2 o 3, iniziano a ossessionarti con una presenza asfissiante e inopportuna. Ti colleghi a qualsiasi ora della giornata (3 del mattino, 3 del pomeriggio, 8 del mattino, 23 della sera) e lei/lui è sempre in linea e dopo 1 minuto 1 ti saluta... "Ciao... come stai? Che fai?"
E tu, anche se hai poco tempo, anche se hai le palle girate, anche se hai voglia di guardarti solo un pornazzo su Youporn per allentare il logorio della vita quotidiana... sei costretto per gentilezza a comunicare con l' onnipresente amica/o virtuale che se abita nella tua città... sono cazzi amari!
Non ci vorrà molto a sentirsi chiedere: "Quando ci conosciamo? Quando ci incontriamo?... e qui e là..."
Tendenzialmente non ho problemi con nessuno - ho conosciuto diversi amici di facebook e sono stato benissimo - ma quando sento-avverto-percepisco un'ansia particolare... ecco, diciamo che cambio subito atteggiamento. 
Ho già dato in passato, signora mia!
C'è molta solitudine... forse è solo questo... ma mi chiedo: se una cosa del genere capita a me che sono un Mr. Nessuno... ad un personaggio pubblico come Tiziano Ferro cosa può capitare?

martedì 12 marzo 2013

SEMPLICEMENTE


Dopo aver lavorato cinque anni nella tana di Nosferatu, con tutto il malessere e tutta l'insoddisfazione che ho manifestato spesso anche nelle pagine di questo blog, qualcosa sta improvvisamente cambiando. 
Subito dopo la telefonata in cui mi si diceva che per quest'estate non c'era posto per me, ho cercato di ascoltare il mio cuore per capire cosa volessi davvero fare della mia vita. La tentazione di partire all'estero è stata forte. Se cambiamento dev'essere... che sia drastico e totale, mi sono detto. Le mete prese in considerazione non mi permettevano una decisione immediata. Ho aspettato schiacciando il tasto PAUSA... sconfortato, spaventato dal futuro confuso... ho dormito malissimo, masticato lacrime, urlato al mondo la mia impotenza, lanciato anche qualche vaffanculo... che a volte ci vuole. Sano, totale, liberatorio. 
Poi, quando già spolveravo la valigia e buttavo le cose inutili (ottima medicina per rinascere)... sono capitate due cose inattese. 
La prima: mi hanno cercato per lavorare in un ristorantino della mia città. Un posto davvero carino, gestito da una ragazza speciale. Ambiente easy, sereno... voglia di lavorare senza l'ansia che mi ha roso il culo in questi ultimi 5 anni.   
Ho ascoltato le esigenze e i progetti di Claudia e ho parlato con il cuore in mano quando mi ha proposto di diventare il responsabile del locale. E' un impegno gravoso e non so se sono la persona giusta per prendermi sulle spalle una responsabilità del genere. Siamo rimasti d'accordo che inizio, annuso l'aria, prendo confidenza con il loro modo di lavorare e poi decido se me la sento. E' meglio per me... ed è meglio per lei. C'è stima e fiducia reciproca... e questo, credetemi, non è una fortuna che cade dal cielo tanto facilmente. 
La seconda cosa che mi è capitata non posso scriverla qui... ma per me è tutto... il sogno sognato. Insomma, non posso partire verso nuove spiagge e non mi farò spaventare in nessun modo da questa nuova sfida. Più d'una... a dire il vero. 
Ci sono cose speciali che dormono in un angolo dimenticato e basta un filo di luce... e tutto torna a splendere... SEMPLICEMENTE. 

La vita che mi aspetta... non mi fa paura!


lunedì 11 marzo 2013

ORDINE SERIALE


Questa mattina sono stato posseduto dal fuoco sacro della casalinga modello che dorme in me. Complice il sole, le finestre aperte, le lenzuola da lavare... ho iniziato a riordinare casa aprendo armadi (antri segretissimi dove puoi trovare di tutto), scatole di cartone, buste di plastica, cassetti... e, come immaginavo, è venuto fuori l'impossibile. La mia casa è piccolissima (42 mq) e contiene mobili di mia nonna dove la famiglia conserva diverse cose. La grande avventura è stata propria quella di scoprire cosa nascondesse mia madre negli armadi in camera da letto. Due monumenti che io uso pochissimo. Per me ho comprato uno stand d'acciaio per appendere i vestiti e molte cose - magliette, biancheria, maglioni, pantaloni - le piego e le conservo in un mobile-libreria. 
Mia madre ha la strana abitudine di conservare le cose più assurde. Ho trovato piccoli gadget di merendine e ovetti-kinder del passato, pietroline, pezzi di vetro limati dal mare, piccoli frammenti di legno raccolti in spiaggia, persino una pagliuzza di alghe... il tutto infilato in una busta di carta. Per non parlare di depliant, immagini sacre, pizzi, stoffe, tende, carta regalo, vasetti di vernice... una baraonda impossibile da gestire. 
Ho preso tre bustoni e ci ho infilato tutto quello che mi sembrava vecchio e inutile. 
Sulle mensole ho trovato anche lenzuola, federe e asciugamani con un forte odore di muffa (il dramma di chi vive a pochi metri dal mare) e ho messo tutto in lavatrice. Quello che si può usare si usa... il resto, lo si porta al cassonetto. 
Mia madre non si ricorda mai tutto quello che conserva: sono 11 anni che vivo qui e tutta questa mondezza è sempre rimasta nascosta senza che sentisse la necessità di venire a prendersela. Ne ho dedotto che non ci fosse niente di importante da conservare. Sbaglio?
Sono anche io un disordinato seriale... nel mio casino mi ci ritrovo... ma quando mi parte la voglia folle di ordine... non c'è santo... RIBALTO CASA!

venerdì 8 marzo 2013

UNA STRISCIA DI BAVA






CINQUE BUONI MOTIVI...


Cinque buoni motivi per restare:
1- le persone che amo.
2- tutte le cose che non potrei portarmi dietro.
3- il lusso di un bagno tutto mio.
4- la spiaggia che puoi raggiungere senza prendere la macchina.
5- le abitudini consolidate.

Cinque buoni motivi per partire:
1- tutte le persone che potrei conoscere.
2- la libertà di vivere senza il peso delle cose.
3- dividere il bagno con qualcuno che quando parla neanche capisci bene. 
4- raggiungere con la metro qualsiasi posto con il tuo abbonamento settimanale. 
5- inventarsi nuove abitudini.

mercoledì 6 marzo 2013

LO GNOCCO IN CUCINA

Questa mattina parlavo con un amico commerciante e in silenzio ascoltavo il suo sfogo che posso riassumere con una sola esclamazione: qui non entra più nessuno!
Il passo successivo è stato provare a immaginare un modello di vita diverso. 
Il mio amico è un ex-cuoco che, una quindicina d'anni fa, ha lasciato il suo lavoro per prendere in mano l'attività commerciale del padre. Un impegno che ha coinvolto l'intera famiglia e che ora, dopo anni di sacrifici e belle soddisfazioni, è arrivato a un punto morto. 
Se ti guardi intorno capisci che il fenomeno è trasversale e coinvolge tutto il commercio. Basterebbe girare per le strade di Alghero per capire le proporzioni del dramma. La gente non ha soldi e quei pochi soldi che ha se li tiene ben stretti per pagare tasse, mutuo, bollette, cibo e imprevisti vari. 
Il soldo non gira, il commercio non va, i consumi crollano, i posti di lavoro sfumano come per magia e tu... tu ti chiedi: resistere o chiudere bottega? Restare prigioniero dentro le mura del negozio o cercare nuove forme di lavoro? 
Hai un talento? Sai fare bene qualcosa? E allora mettiti in gioco... metti in discussione abitudini, comodità e piccoli privilegi... creati un nuovo sistema di priorità. 
Si può vivere con poco senza una pressione fiscale che ti uccide, senza le ditte che ti chiamano per pagare la merce che non sei riuscito ancora a vendere, senza la banca che gode perché il tuo scoperto gronda sangue. 
Sinceramente non ho saputo cosa rispondere al mio amico quando mi ha esposto i suoi dubbi... ma quando ho scoperto questo favoloso sito LO GNOCCO IN CUCINA... ho subito pensato a lui. 
Certo, noi non viviamo nella fantasmagorica Milano, la città dove tutto è possibile, ma perché non possiamo pensare in modo estremo, coraggioso, rivoluzionario... cosa abbiamo da perdere? La faccia?
Un bel cuoco gnocco che arriva a casa tua, cucina per te e i tuoi ospiti, vivacizza una serata o un evento e tu... padrone di casa... devi solo pensare a goderti il cibo, il cuoco gnocco e i sorrisi soddisfatti dei tuoi amici.
Clienti benestanti e generosi che non hanno problemi per arrivare a fine mese, ovvio... c'è sempre uno zoccolo duro d'italiani che la crisi non sa neanche cosa sia.
Caro amico... ti manca solo il certificato di GNOCCO e poi hai tutto quello che ti serve per cambiare il tuo destino con due colpi di culo!

martedì 5 marzo 2013

SE TU MI FERMASSI...

Se tu mi fermassi
Tutte le volte che piango
Tutte le volte che spacco il cielo
Forse sarei un uomo più giusto
Se tu mi fermassi
Tutte le volte che rido senza un perché
Tutte le volte che conto i bottoni
Forse sarei un uomo più saggio
Se tu mi fermassi
Tutte le volte che mi taglio il sorriso
Tutte le volte che spengo la luna
Forse sarei un uomo più dritto
Se tu mi fermassi
Tutte le volte che scrivo due righe
Tutte le volte che brucio senza rimorsi
Forse sarei un uomo più limpido
Se tu mi fermassi
Solo per il piacere di farlo
Solo per dirmi che è tutto tempo perso
Forse sarei un uomo più felice…
Forse.

lunedì 4 marzo 2013

SENTIRSI ALL'ALTEZZA GIUSTA


Questa mattina sono tornato all'ufficio di collocamento per aggiornare la mia scheda anagrafica.
L'impiegato, controllando i miei dati, mi ha informato che rientrerei in una legge che garantisce degli sgravi fiscali al datore di lavoro. Sono tornato a casa tutto contento. Poi, parlando con un amico che di mestiere fa il consulente del lavoro, ho ricevuto informazioni opposte. Il mio umore è tornato giù. Un saliscendi niente male per le mie coronarie. La giornata di sole invitava a rallentare il passo, sedersi in un bar della piazzetta e godersi un caffè in compagnia... e così ho fatto. Un momento di tregua per non pensare a tutti i miei casini. Sarebbe opportuno non rispondere più al telefono per non sentire brutte notizie... sperare che le persone che amo trovino la luce e il sorriso. 
La città, sepolta sotto un sudario di tristezza, inizia a dare i primi segni di vita... l'arrivo delle vacanze pasquali... i primi voli... i turisti. Il lavoro che si rimette in moto. E io, insieme ad altre migliaia di persone, in cerca di un posto. Una lotteria, dove contano le agevolazioni, l'età, la fortuna, le conoscenze.
E la politica che fa? Nulla.
Un balletto ridicolo. 
Mi dicono che sono troppo pessimista. Già... perché c'è forse qualcosa per cui ridere? Ditemi voi.

Mi sono goduto solo una piccola gioia in questi ultimi giorni... un mio racconto è stato scelto per una raccolta che parla di giocattoli... un libro che, se tutto va bene, uscirà nel prossimo autunno per Farnesi Editore.
Per il resto... si galleggia... parteciperò anche quest'anno al Torneo di GeMS... ma questa volta, dopo 3 edizioni, non provo nessuna spinta e nessuna gioia. Brutta cosa perdere l'innocenza...

Spero di ritrovare presto la voglia di scrivere... e visto che ci siamo... anche quella di vivere.

Vorrei saper pregare per te... e anche per te... crederci a tal punto da smuovere tutto questo silenzio... non sentire più le lacrime e il rumore dell'acqua... non perdere più i ricordi... e non sentire la paura del futuro... colorato un tempo... e oggi lucido e bianco.


venerdì 1 marzo 2013

MONDO CANE


La fotografa Mary Shannon Johnstone, sono anni che cerca di puntare il suo obiettivo - e quindi l'attenzione dell'opinione pubblica - sul problema del randagismo, sull'importanza della sterilizzazione e sulle adozioni, non tralasciando le condizioni degli animali finiti nei centri di raccolta o nei rifugi: una marea infinita di animali di tutte le età, razze e taglie, che viene arginata solo con l'uso sistemico dell'eutanasia. 
Sono due i progetti realizzati dalla fotografa del North Carolina, il primo, Shelter Life, mette in evidenza gli animali chiusi nelle gabbie, gli sguardi spaventati e imploranti, i guaiti strazianti, lo scodinzolio speranzoso, l'attesa terrorizzata di tutti, compresi i criceti che annusano l'aria con i loro baffetti nervosi. 
Il secondo, Discarded Property, molto più crudo e violento, illustra il destino degli animali sottoposti ad eutanasia: copri inermi chiusi dentro un sacco nero, anonimo e definitivo.

Le immagini che seguono sono molto dure, violente, sconvolgenti nella loro terribile crudezza. 
Se siete  impressionabili non andate oltre nella visione del post. 
Se invece volete vedere... per capire... per percepire la portata del fenomeno... non chiudete gli occhi. 
Ci ho pensato un po' se pubblicare o meno queste immagini... poi, alla fine, mi sono convinto che la messa a fuoco di Mary S. Johnstone è rispettosa, lieve... mai macabra o splatter... partecipe e silenziosa. Una preghiera d'aiuto... ecco... una preghiera... per fare in modo che questo sterminio silenzioso possa venire fermato con leggi precise e interventi decisi.