domenica 23 settembre 2012

INCONTRI MAGICI

 
Oggi ho sfiorato la felicità.
Quando incontri delle persone che hai sempre sentito per telefono o sulla chattina di facebook - persone che condividono la tua stessa passione - quando le vedi, le senti, le tocchi, le vivi...quando puoi abbracciarle e ridere con loro e mangiare con loro e guardare il cielo con loro...ecco...capisci di non essere solo.
 
Parole, storie, vite, amori, passioni...
 
Scrivere e amare.
 
Bellissimo.
 
Grazie a Roberto e a Ilaria per la bellissima giornata.
Poche ore di estasi.
E grazie a Fede...collegata ai nostri cuori...sempre...


mercoledì 19 settembre 2012

LA MIA CASETTA

 
La mia casetta nel centro storico di Sassari è un posto davvero particolare.
Abbarbicata all'ultimo piano di una palazzina di tre piani alta e stretta, gratta il cielo con le antenne.
Se sei fortunato, e il cielo ti sorride, puoi vedere i tetti della città, la facciata del Duomo, il campanile di Santa Maria, il volo delle rondini nella stagione buona e quello dei corvi nelle stagioni nere.
Se la limpidezza esplode nei tuoi occhi puoi scorgere anche lo scintillio del mare in lontananza: una linea grigio-azzurra dove la sagoma di qualche petroliera alla deriva passa come un'ombra su un telo disteso al sole.
 
La mia casetta è un nido su una torre di mattoni.
Ci sono crepe, anfratti bui e gironi infernali.
Tempo fa, in un buco del primo piano, viveva uno spacciatore.
Adesso, nello stesso buco, ci vivono due prostitute rumene.
Bionde, giovanissime e con tacchi vertiginosi che sfidano l'acciotolato della via.
I clienti entrano ed escono e a volte sbagliano campanello.
C'è Adia?
No, non c'è.
Quanto vuoi?
Non c'è, cazzo. Hai sbagliato campanello.
Ma sei l'amica di Adia?
Ma non lo senti che sono un uomo?
Uomo?
Uno con le palle sotto che se scende ti fa capire la differenza.
Ma Adia quando torna?
Ok...scendo.
 
La mia casetta è circondata da tutte le lingue del mondo.
Alle 4 del mattino puoi essere svegliato da un marocchino che parla al cellulare con la sua famiglia e lo fa urlando.
Le finestre sono così vicine che le massaie si passano il sugo e le polpette da un davanzale all'altro.
Qui le donne si raccontano malattie, amori e tradimenti mentre stendono la biancheria.
Puoi sentire la gente che ride, che parla, che russa, che fa l'amore.
Puoi sentire anche i silenzi e i litigi e le suonerie scaricate con gli abbonamenti capestro.
Se uno compra una stufa nuova lo sa tutto il quartiere.
Se ti buchi...idem.
 
La mia casetta non è mai sola.
Qualcuno passa sempre.
Sorelle, amici, vigili, clienti.
L'ordine può essere invertito.
La mia moka lavora di brutto.
Tazze su tazze di liquido nero.
Cosa non fai per una tazza di caffè e una sigaretta?
I vecchi centenari del quartiere consumano il tempo rimasto bevendo birra e vino sfuso con una gradazione alcolica incerta. 
E lo fanno in uno dei due circoli che animano la via.
Ore e ore tra chiacchiere, sbornie e litigi.
A volte ci scappa il morto.
Ma solo a volte.
I coltelli qui servono anche per tagliare il formaggio e tutti ne possiedono almeno uno.
 
Nella mia casetta non ti annoi mai.
La televisione è un optional.
Basta affacciarsi per vedere davvero qualcosa di interessante senza interruzioni pubblicitarie.
Se qualcuno mi cerca...capita che mi trovi.
Basta salire le scale con una torcia e cercare la porta giusta.
 
All'ultimo piano.
Di solito.
Non prima.
 

giovedì 13 settembre 2012

REBUS

 
 
 
Cosa c'entrano queste tre foto con la trama del mio nuovo romanzo?
 
Soluzione del rebus: il romanzo non è ambientato negli anni '80. Gli occhi chiari non c'entrano nulla. Diciamo che i personaggi delle foto sono in qualche modo legati a tre personaggi del romanzo. Non posso dirvi come e perchè...ma vi assicuro che uno di questi volti-mito della cultura pop muove molti fili della trama.

martedì 11 settembre 2012

PASTICCIO DI CERVELLO

 
Il vento e la pioggia ha portato una marea di giapponesi nella mia città.
Sono apparsi tutti insieme negli stessi giorni.
Strane coincidenze.
Molti portavano al collo un cartellino.
Solo dopo qualche giorno abbiamo scoperto (grazie a una mia domanda a un signore italiano con lo stesso cartellino in bella vista sul petto) che ad Alghero si teneva un convegno internazionale sulla percezione della realtà da parte del cervello attraverso lo sguardo dei nostri occhi.
Un argomento complesso e affascinate: i processi che inviano al cervello le stimolazioni visise e le modalità usate dal nostro computer organico per organizzare questa immensa mole di informazioni.
Per diversi giorni siamo stati invasi da questi congressisti che parlavano tra di loro in inglese scambiandosi opionioni, esperienze e risate.
E noi a trottare come automi.
 
In quei giorni c'erano anche molti giapponesi in vacanza senza cartellino al collo.
Coppie e gruppi di amici.
Tutti felici e sorridenti.
E sì, sono speciali i giapponesi.
Sono gentili, educati.
Non alzano mai la voce.
Siedono composti.
Ti fanno dei piccoli cenni per attirare la tua attenzione.
Amano sperimentare sapori nuovi.
Applaudono felici qualsiasi cosa gli porti in tavola (sembrano dei bambini...battono le mani esattamente come fanno le foche nella pista di un circo) e se li coccoli con un decoro particolare lanciano urletti entusiasti.
Mangiano tutto e lo fanno lentamente.
Fotografano ogni cosa: tazzine di caffè, camerieri in azione, piatti, bicchieri, vetrine con i dolci.
Bevono poco.
Lasciano poche mance.
Salutano con un leggero inchino.
Sporcano pochissimo la tovaglia.
Ritornano sempre.
Dopo qualche giorno inizi a distinguerli.
 
Nel nostro lavoro arrivi a un punto (agosto) che non guardi neanche più in faccia i clienti (non hai il tempo materiale e la forza fisica).
Vedi così tanta gente che il tuo cervello non registra più niente. Scivola oltre.
Ecco, dovrebbero fare un convegno su come reagisce il cervello di un cameriere dopo lo stress della stagione estiva, per capire qualcosa sulla natura umana.
 
Io sono pronto a dire la mia.

venerdì 7 settembre 2012

OCCHIO A CHI LEGGE!

 
Oggi ho ricevuto un'email che non mi aspettavo.
Nessun editore fulminato dal mio romanzo.
Nessun editor innamorato del mio stile letterario.
Nessuna spasimante segreta.
Nessuna catena di Sant'Antonio.
Nessuna promessa di matrimonio da parte di qualche sconosciuta con un nome russo.
Nessuna lettera anonima.
Nessuna vincita milionaria.
Niente di tutto questo.
Oggi mi ha scritto semplicemente la redazione di PAPERBLOG per informarmi che hanno notato il mio blog e sono interessati a una collaborazione con il sottoscritto.
Sono saltato sulla sedia.
Oibò!
Qualcuno legge il mio blog?
Allora non lo scrivo solo per me stesso e qualche sparuto amico?
Quasi non ci credo.
 
Ho risposto subito all'email per capire meglio cosa dovevo fare per confermare il mio interesse e la risposta è stata imprevedibile e meravigliosa.
Devo fare quello che ho sempre fatto: scrivere il mio blog con la stessa passione di sempre.
Tutto qui.
Sarà la redazione a monitorare il blog e a mettere in evidenza sul sito gli articoli più interessanti.
 
Geniale, no?

martedì 4 settembre 2012

QUARTO

 
Il contest letterario di ITODEI è giunto al termine.
Il mio racconto L'ESTATE INFINITA ha conquistato 141 voti arrivando al quarto posto.
Non so chi mi ha letto e non so chi mi ha votato.
Ringrazio tutti i miei lettori per avermi sostenuto con un semplice click.
In questo agosto di lavoro e alienazione è stato curioso vedere cosa succedeva a questa piccola storia che porta alle estreme conseguenze la mancanza di acqua.
Nei vari commenti lasciati sul sito dai lettori mi ha fatto piacere trovare alcuni interventi che parlano del mio racconto e altri che citano persino il mio romanzo UN POSTO MOLTO LONTANO DA QUI.
Grazie, grazie, grazie.
Io continuo a scrivere.
Piccole ribellioni per non soccombere al vuoto.
 
Poppea ha portato la pioggia e i giapponesi.
Ma questa è un'altra storia...e ne parlerò in un altro post.

sabato 1 settembre 2012

OZIO NON TI CONOSCO

 
Anche agosto è passato.
Un mese che per me corrisponde alla non-vita.
Lavoro e solo lavoro.
La scusa della crisi ha complicato ulteriormente la mia condizione lavorativa.
Un mese con solo mezza giornata di riposo a settimana.
60 ore settimanali invece delle 40 ore contrattuali.
Straordinari ovviamente non pagati e ancora meno riconosciuti.
Giorni di riposo spariti nel nulla.
Tutto per mantenere il posto.
Tutto per avere almeno lo stipendio base.
Questa ultima settimana ci siamo scontrati con il Boss per avere il giorno di riposo intero.
Ci ha preso letteralmente a voci.
Voi pretendete solamente...voi prendete e basta...vi chiedo solo un mese di sacrificio e voi vi lamentate?
E sì...siamo davvero degli ingrati.
 
Mi chiedo dove siano i sindacati e i controlli.
Mi chiedo come si possa tutelare il lavoratore se tutto avviene nella più grande indifferenza di tutti.
Mi chiedo come sia possibile che i miei amici di Londra e Amsterdam riescano a lavorare 5 giorni a settimana, per 40 ore settimanali, con 2 giorni liberi e gli straordinari pagati.
Cosa non funziona da noi o cosa funziona da loro?
Forse lo Stato non pretende tassazioni folli e permette ai datori di lavoro di non sfruttare il personale?
Me lo chiedo...perché io non lo so.
 
Alla fine della serata ci ha riunito e ci ha chiesto se eravamo ancora della stessa idea.
Volete riposare un giorno intero e restare solo in 3 per il turno serale?
Abbiamo risposto che sì...eravamo pronti al sacrificio.
Bene...però ricordatevi una cosa...niente pause sigarette da qui in avanti...niente chiacchiere con gli amici se passano a salutarvi...niente di niente...il primo che becco con la sigaretta in bocca sarà il primo a essere bocciato in inverno.
 
Io sono escluso dalla minaccia: non fumo e in inverno torno un precario in cerca di lavoro.
 
Certo fa strano pensare che non ho riposato per un mese per consentire ai colleghi di fumare con tutto comodo.