giovedì 8 dicembre 2011

LE REGOLE DEI BAMBINI


I bambini riescono sempre a sorprenderci con la loro innata spontaneità.
Una natura istintiva non ancora inquinata da convenzioni sociali, stratificazioni culturali e limiti morali.
Sono solo istinto e sentimento.
Se provano qualcosa lo dicono senza vergognarsi di quello che provano.
Se non capiscono qualcosa chiedono spiegazioni, anche imbarazzanti, agli adulti che hanno intorno.
Se sperimentano lo fanno fino in fondo.
Sono liberi. Sono puri. Sono leggeri.
E spesso sanno essere anche sinceri, cattivi e spietati.
Per questo i bambini li tengo alla giusta distanza.
Non sai mai cosa aspettarti da loro.

Ho appena finito di parlare con mia madre al telefono e tra un aneddoto, un aggiornamento e un pettegolezzo, ho chiesto se i regali per i miei nipotini erano stati già comprati.
Come ho raccontato in un altro post, per questo Natale-slim, ci sarà solo un regalo per ognuno di noi a cui parteciperanno tutti i componenti della famiglia.  
Mia madre mi ha rivelato cosa desidera mio nipotino Attila: una cassa da supermercato con nastro trasportatore delle merci e un carrello per giocare a fare la spesa.
Lo ammetto: sono rimasto senza parole.
Potevo immaginarmi di tutto meno che un mini-consumatore pronto a lottare tra le corsie di un supermaket.
"Ma lo sai cosa ha chiesto alla mamma?", mi fa mia madre.
"Cosa?"
"Come mai lui non è una femmina. Tua sorella gli ha risposto che non è una femmina perché è nato maschietto e lui ha ribattuto: ma io volevo essere femmina! Tua sorella gli ha sorriso e gli ha consigliato di non ripeterlo davanti al padre per non agitarlo".
Confesso un'altra cosa: la notizia mi ha divertito molto, anche se capisco lo sgomento di mia sorella.
Ci ho visto un atto di pura ribellione che non bisogna assolutamente reprimere con le nostre stupide frasi di circostanza.
La mente di un bambino è libera.
Non bisogna chiuderla o limitarla con concetti che non può capire.
"E sai una cosa?" mi fa mia madre. "L'altra sera tua nipote mi ha detto che è fidanzata con D. e che si baciano in bocca. Però mi ha detto che è fidanzata anche con suo cugino Attila. E allora io le ho chiesto: e all'asilo non hai il fidanzato? E lei mi ha risposto: no, all'asilo ho la fidanzata. Come la fidanzata? E come si chiama? Si chiama Noemi, mi vuole bene e mi chiama sempre per giocare. E allora io le ho detto che non è una fidanzata, ma un'amica. E lei mi ha risposto che con Noemi si baciano solo sulla guancia e non sulle labbra come con D. e Attila."
Confesso un'altra cosa: adoro la mia nipotina Bubba. Un perfetto manga trisimensionale.
E mi fa un po’ tenerezza la logica di mia madre che cerca di domare un mondo di affetti e relazioni che non possiamo capire fino in fondo.
Noi siamo già oltre.
Prigionieri delle nostre piccole sicurezze.
Non possediamo il dono della sintesi di un bambino.
Bubba, definendo Noemi la sua fidanzata, voleva semplicemente dire che quella bambina è speciale per lei.
Il fantasma della sessualità “deviata” è solo un cadavere nella nostra testa.
Nella loro, di testa, c’è ben altro.
Un prato infinito di possibilità!

P.S.- chiudo dicendo che mia madre per ben tre volte mi ha augurato "buona domenica". A nulla è servito ricordarle che oggi è giovedì...ricadeva sempre nello stesso errore.
Sublime.

ALIAS

2 commenti:

  1. ahahahah!! capisco tua madre, anch'io ho l'impressione che oggi sia domenica, o al massimo venerdì. chissà perchè poi... ah, i bambini: quanti danni gli facciamo coi nostri tentativi di omologarli.

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  2. Certo che uno dal nome "Attila" che dice di voler essere femmina è meraviglioso!!! I bambini sono fantastici

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