Ci pensavo da tempo e finalmente sono riuscito a intervistare l'unica finalista del Torneo Letterario IoScrittore 2010 che ha visto la sua opera trasformata in un libro.
Un romanzo giallo che è molto di più di questo.
Un personaggio - il commissario Sensi - che non si scorda facilmente.
Un segreto che riesce a fatica a gestire e contenere.
Una spada, un dente di narvalo, delle teste mozzate e una città, Spezia, che non poteva essere più grigia, lurida e cattiva.
Per intervistare Susanna mi sono ispirato alle domande tipiche che caratterizzano le interviste di una rivista che io compro e leggo sempre (il settimanale D allegato il sabato al quotidiano La Repubblica) e ci ho aggiunto, come è naturale che sia, qualcosa di mio.
Ecco a voi il frutto del nostro incontro virtuale.
Domanda- Com’è nata l’idea del commissario Sensi?
Risposta- Mi avevano chiesto di scrivere un racconto per un'antologia che poi, come spesso accade, non è mai stata portata a termine. E doveva essere ambientato nella mia zona. Ho iniziato a scrivere una storia dal punto di vista di un serial killer, ma non mi convinceva. Così ho creato un antagonista, che poi è diventato il protagonista. Il racconto era "Sette, morto che parla", che poi è il racconto numero uno del sito...
D- L’idea di rappresentarlo graficamente arriva dalla tua passione per i fumetti? Ci sono stati degli studi grafici, oppure ti sei affidata all’estro creativo di un amico disegnatore?
R- In realtà, no. L'idea è nata perché avevo trovato questo sito che permetteva di creare degli avatar davvero graziosi: MiniGao. Stavo mettendo su il sito dei racconti e ho pensato di dare una faccia a ognuno dei personaggi. Quindi non c'è la mano di nessun disegnatore, dietro. C'è solo questo sito di avatar, appunto. In seguito alcuni miei amici disegnatori hanno pensato di fare dei piccoli omaggi a Sensi e questi sono i disegni che si trovano nella sezione "fuori programma" del sito.
D- In Rete si trovano dei racconti con protagonista il commissario Sensi. Pensi che possieda le potenzialità per diventare un personaggio seriale?
R- Spero di sì. Adoro scrivere storie con lui protagonista. Mi diverto un sacco a farlo e mi dà anche la possibilità di parlare di quello che ho intorno.
D- La tua passione per la scrittura quando nasce e dove e quando ami scrivere?
R- Ero una di quelle classiche bambine a cui fanno leggere i propri temi in classe, quindi si può dire che ho sempre amato scrivere (e leggere, ovviamente). Ho iniziato a scrivere racconti quando ero adolescente. Roba molto lirica e anche francamente imbarazzante, letta col senno di poi. Sempre nello stesso periodo ho fondato una fanzine auto-prodotta di tematica punk-antagonista, che è arrivata a vendere ben 500 copie... 500 copie che assemblavo, fotocopiavo e spedivo amorosamente a mano! Non ti dico il sollievo quando ho imparato a usare il primo programma di grafica!
D- L’esperienza del Torneo Letterario Io Scrittore, che ti ha visto tra le vincitrici, cosa ti ha regalato e cosa ti ha insegnato del mondo editoriale che non conoscevi?
R- Un sacco di cose. Non avevo nessuna esperienza del mondo editoriale, per quel che riguardava la narrativa. In realtà non è così diversa dall'editoria a fumetti, almeno a un certo livello, ma è anche, stranamente, molto più "umana", con un sacco di persone che ti danno suggerimenti, curano la tua opera e si interessano di te e di ciò che fai. Ad esempio, in Casterman (che è una casa editrice davvero ciclopica) non ho mai parlato direttamente con il mio editor. Invece, in Salani, io e Serena, la mia editor siamo state in contatto pressoché costante, parlando del libro, ma chiacchierando anche di altro. Ho parlato con Luigi Spagnol, che si è occupato personalmente del libro nelle prime fasi, mentre, ad esempio, non ho mai scambiato una parola con Sergio Bonelli, che pure è un editore molto vicino ai suoi autori!
D- Sul blog del Torneo sei stata recentemente criticata per il tuo stile poco “classico”. Cosa ti senti di dire sulle influenze letterarie, e non, che hanno costruito il tuo modo di scrivere e il tuo gusto estetico?
R- Come ti dicevo, è stato un percorso. Quando ero adolescente scrivevo roba molto lirica, piuttosto "alta" e anche obbiettivamente cervellotica. Considera che i miei libri più amati, in quel periodo, erano "Moby Dick", "Uomini e no", "Il Maestro e Margherita", "Il Grande Gatsby", "Per chi suona la campana", "Il giovane Holden" (che amo ancora moltissimo, a scanso di equivoci). Più tardi ho iniziato a leggere autori che avevano un approccio più anticonvenzionale, come Bukowski, e ancora dopo ho scoperto un certo tipo di narrativa molto sanguigna, che ho iniziato ad adorare: Lansdale, Ellroy, Westlake... Nell'ultimo decennio ho amato particolarmente i libri di Pratchett, della Vargas, di Gaiman, che, chi più chi meno, aggiungevano un tocco ironico alle loro storie. Un tocco ironico e paradossale.
D- La tua prima memoria culturale?
R- Alle elementari, io che mi presento davanti alla mia maestra e dico, con grande nettezza: "Il mio autore preferito è Salgari, il suo qual è?". E Salgari, insieme a Conan Doyle, era davvero il mio autore preferito. Credo di aver letto il 90% di ciò che ha scritto, il che significa... oh, un bel numero di libri! La bibliotecaria della Biblioteca Comunale della Spezia comprava dei libri apposta per me, perché io comparivo davanti alla sua scrivania con cadenza settimanale, se non più spesso, pretendendo qualcosa di nuovo da leggere! In realtà non riesco a ricordare se il primo libro che io abbia mai letto sia stato "Il Corsaro Nero" o "Le Avventure di Sherlock Holmes", verso i sei anni...
D- Musiche e visioni che ti hanno cambiato la vita?
R- Potrei parlare per un anno o due. Da De Andrè, Cohen, Dylan e Brel, alla scena anarco-punk italiana dei '90, alla musica new-wawe degli '80, agli Zeppelin, a Bowie, ai Nine Inch Nails... Amo la musica, divoro musica, se avessi una macchina del tempo la userei di sicuro per andare al Whiskey-A-Go-Go a LA negli anni '70!
E poi, ovviamente, fumetti e cinema. L'elenco sarebbe infinito, veramente. Citerò Pazienza, Gaiman e Moore per il fumetto e Burton, Gilliam e Allen per il cinema.
D- Il libro dove vorresti abitare?
R- Il Maestro e Margherita. Vorrei far parte della corte di Woland!
D- Biografia in una playlist?
R- Infanzia: De Andre', La Buona Novella
Adolescenza: Nine Inch Nails: The Downward Spiral
Post-adolescenza: Leonard Cohen: Songs of Love and Hate.
Giovinezza (diciamo così?): Led Zeppelin: Led Zeppelin III
D- Cosa stai leggendo?
R- "Le madri cattive", di Nicoletta Vallorani.
D- Mai compiuto illegalità nel nome della cultura?
R- Forse ho rubato qualche libro, da ragazza. Ma non più di uno o due, giuro!
D- Feticismi tecnologici?
R- I Mac pre-iPod. I G4, e i G5 della Apple. I computer più fichi del mondo, anche esteticamente.
D- Cosa odi e ami del web?
R- Amo la velocità e la possibilità di essere sempre in contatto con tutti. Alcuni videogiochi su FB. Wikipedia e Garzanti Linguistica. Odio i forum pieni di gente chiassosa e maleducata e infatti, di solito, li evito.
D- Un politico che ti piace?
R- Bwahahahahah! Era uno scherzo, vero? Sono sempre stata di sinistra, ma la sinistra, ultimamente, mi ha delusa da pazzi. Se abitassi a Milano, però, avrei votato per Pisapia. Anche se, come tutti sanno, ha persino ucciso Laura Palmer...
D- La frase-scusa preferita?
R- "Mi disegnano così."
D- A 13 anni cosa volevi fare?
R- Boh? La psicologa, mi sa.
D- Hai il potere assoluto per un giorno. La prima cosa che fai?
R- E' veramente banale, lo so: farei spuntare un albero del cibo inesauribile davanti alla casa di tutti quelli che hanno fame. E poi... farei scoppiare un'epidemia di lebbra in Parlamento :)
D- Se la tua vita fosse un film chi sarebbe il regista?
R- Tim Burton. Il Tim Burton di "Big Fish", per la precisione. C'è pietas, in quel film. E fantasia. E malinconia.
D- Come spiegheresti a un bambino la parola: felicità?
R- I bambini sanno già benissimo che cos'è la felicità. Sono appositamente concepiti per essere felici. Casomai, sarebbero i bambini ad avere tutti i titoli per spiegarlo a noi adulti.
D- Cosa conta più dell’amore?
R- Saperlo donare agli altri. In modo che cresca e si moltiplichi.
D- La tua casa brucia. Cosa salvi?
R- Be', per prima cosa mi accerterei che il mio compagno si stia già salvando da solo.
Poi il mio laptop, ovvio!
Poi il mio laptop, ovvio!
D- Se ti dico Italia…cos’è la prima cosa che ti viene in mente?
R- Temo la nostra disastrosa situazione politica...
D- La volta che hai riso di più?
R- Quando un mio amico mi ha raccontato una storia con protagonista un notissimo disegnatore... Se ci penso rido ancora adesso.
D- Una cosa che non hai mai capito della gente?
R- Perché perdere tempo a odiare gli altri. La mancanza di compassione.
D- Una cosa che volevi e non hai avuto?
R- Una salute di ferro.
D- In spiaggia raccogli qualcosa? Cocci di vetro, pietre, conchiglie...
R- Non amo molto andare in spiaggia, a meno che non sia deserta o quasi. A settembre, sono capitata su questa spiaggia bellissima in Sicilia. Una cosa da togliere il fiato. Lì ho raccolto un bel po' di cose: bottiglie vuote, lattine, cartacce... Non potevo sopportare che quel luogo maestoso fosse deturpato dalla spazzatura.
D- Quando hai visto per la prima volta il tuo libro nel suo formato cartaceo cosa hai provato?
R- Gioia e amore. E anche un po' di timore.
D- Cosa guardi in tv e cosa odi della tv?
R- Guardo pochissima tv. Non sopporto quasi niente. A volte guardo "L'infedele" - uno dei pochi salotti politici in cui gli ospiti non si scannano tra di loro. O, insomma, quanto meno non urlano. Poi, seguo varie serie televisive, ma perlopiù in inglese, su internet. E ho adorato "Boris"... ma chi non l'ha fatto?
D- Se alzi gli occhi al cielo cosa pensi?
R- "Cristo, che palle!", ma anche "Che cielo magnifico!"
Ecco, l'intervista finsice qui.
Ringrazio Susanna per la pazienza e la simpatia.
Sei riuscita a rubarmi una sonora risata ma non svelo con quale delle tue puntuali risposte.
Se siete curiosi di conoscere il mondo letterario che tutto questo ha creato, be', non vi resta che correre in libreria per comprare la vostra copia de "L'ombra del commissario Sensi", Edizioni Salani.
C.D.
Un piccolo omaggio. :-)
RispondiEliminaBabel
Bravi. Ti auguro, Carlo, che l'anno prossimo tu possa intervistare te stesso!
RispondiEliminaahaaahha...cara Niki...allora gli alieni esistono? :-)
RispondiEliminaC.D.