domenica 5 giugno 2011

SOTTO IL PONTE


Il ponte del 2 giugno è quasi alla fine.
Sono tornato dal lavoro con i piedi in fiamme e le gambe di pietra.
Sono stati giorni pesanti.
Giorni dove la voglia di fare qualsiasi altra cosa, è franata miseramente.
Mi sento in colpa per la mia scarsa capacità di essere presente nella vita delle persone che mi vogliono bene. In colpa per il mio limitato entusiasmo. Per la mia fatica che si alimenta di rabbia e insoddisfazione.
Sono sensazioni che conosco bene.
Inutile girarci intorno.
Semplicemente, con questo lavoro, non si vive.
Uscito dal ristorante a mezzanotte passata, ho chiamato degli amici per vedere come se la passavano, e ho sentito le loro voci allegre che mi chiedevano di raggiungerli a Sassari per andare a ballare insieme.
I miei piedi hanno urlato nella notte: EVITA!
E così sono tornato a casa scansando anche la birrozza con i colleghi (12 ore di convivenza sono davvero troppo per diluirle unlteriormente) con un umore piatto e incolore che mi sono tenuto dentro.
Ho riso e ho risposto: divertitevi anche per me.

Ho visto delle ombre sui muri che avrei voluto fotografare.
Poi ho pensato che non era il caso.
Immortalare le mie ombre sarebbe stato davvero troppo denso per la mia fragile capacità di essere obiettivo.
Troppe cose da dire.
E troppe cose da mandare al diavolo.

Inizio con me.

C.D.

2 commenti:

  1. come di capisco!!!!
    io finisco tutte le sere alle 23 e qualcosa.... e quasi sempre amici e conoscenti a quell'ora sono da qualche parte o a cena o a un dopo cena o per l'appunto a ballare....

    che stress il settore alberghiero e della ristorazione...

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