sabato 5 novembre 2011

PIOVE SUL BAGNATO


Giorni di pioggia.
Giorni di pioggia selvaggia che come uno tsunami violentano il territorio e ribaltano città piccole e grandi, portandosi via macchine, persone, attività, futuro, speranza, lasciando dietro si sé solo un mare di fango, silenzio, stupore e rabbiosa rassegnazione.
La legge del cemento non bada alla morfologia e alla geologia dei territori.
Si costruisce dove non si deve, si deviano corsi d'acqua, torrenti, sfoghi naturali, si cerca di controllare e domare l'indomabile, e poi ci si ricorda di questa silenziosa violenza che si consuma tutti i giorni sul territorio dove viviamo (imprese complici, politici accomodanti, appalti dirottati, magna-magna, malavita) solo quando la Natura fa sentire con forza la sua voce.
Il suo grido di dolore. 
Ci rendiamo conto dei nostri mali sempre quando è troppo tardi.
Quando ci scappa il morto.
I morti.
Berlusconi dichiara che si è costruito male dove non si doveva costruire.
Benissimo.
Tutto chiaro.
Peccato che poi lo stesso governo pensi a un nuovo condono edilizio per premiare i furbetti che hanno costruito dove non si doveva costruire.
Questa è l'Italia.
Coerenza: ZERO!
Cosa si può dire davanti alle immagini di Genova travolta da un'apocalisse?
Perché non si è fatto questo...quello...perché?
Di chi sono le responsabilità?
Penso che dipenda da una terribile deriva culturale e morale che si manifesta nelle piccole e nelle grandi contraddizioni di questo Paese.

Oggi ha diluviato anche qui.
Dal tetto della mia casetta si è infiltrata acqua.
Delle macchie minacciose decorano il soffitto.
Un piccolo problema che sparisce davanti ai drammi che hanno colpito centinaia (migliaia?) di persone.
Pensate alle vite perse, ai negozi devastati, alle macchine e alle moto portare via dalla corrente.
Pazzesco.
Difficile immaginare cosa si provi quando si perde tutto.

Chiudo con una scenetta comica...ma comica solo in apparenza...in attesa che qualcosa cambi davvero e non piova sempre sul bagnato dei luoghi comuni e delle facili promesse.


ALIAS

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