lunedì 10 ottobre 2011

CUCCIA


Ancora tre settimane e la stagione estiva finirà.
Il vento e i primi freddi iniziano a trasformare la città.
Si respirano più silenzi e si incontrano più ombre.
Penso a quando avrò tutto il tempo che voglio per annoiarmi.
Penso al mio nuovo romanzo.
Mi girano nella testa mille pensieri.
E in questo limbo emotivo continuo a restare incollato con le dita al vecchio romanzo che mi appare sempre più fragile e complesso.
Posso costruire altre torri, guglie, portici, ponti, tunnel, altari e non so quanto il cuore pulsante della storia ci guadagnerebbe.
I personaggi mormarono cose...e io mi devo sforzare per ascoltare voci misteriose.
Ho bevuto una bottiglia di carignano del Sulcis e ho parlato un po' di me e della mia vita collosa.
Mi piace la solitudine e mi fanno stare bene i silenzi.
Sono sempre più chiuso in me stesso e credo che questo dipenda molto dal mio lavoro che mi costringe a relazionarmi ogni giorno con decine di persone diverse.
L'estate è quasi morta.
E io penso ai miei ritorni a casa.
C'è sempre un ritorno.
Quello che manca è una partenza...
...e un meritato riposo.

C.D.

2 commenti:

  1. Bello ... malinconico e struggente.

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  2. qui in continente la stagione estiva è finita da giorni... ci sono sette gradi e seguo il tuo "consiglio" di bere del carignano del sulcis. Ho qualche bottiglia della cantina di Santadi, il mio preferito, per le occasioni speciali. Oggi è una di quelle: firmerò il mio primo contratto editoriale, con una piccola ma agguerrita casa editrice di Padova (ovviamente contraria all'EAP).
    Ah, sono un ex partecipante segato del concorso che tu hai vinto (complimenti!) e come nick usavo Pinco Palla, ci siamo scritti qualche msg su Joe Lansdale

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