Domenica sera ho visto l'ultimo film di Woody Allen.
Come capita spesso dalle mie parti, certi film semplicemente in sala non arrivano, o se arrivano restano così poco che non riesci mai a vederli se non per una pura, fortunata coincidenza di impegni e orari.
Sono sempre stato un appassionato consumatore del mondo di celluloide di Mr Allen e quando esce un nuovo dvd di un suo film, non bado a spese e corro subito a comprarlo.
Il mio umore non era dei migliori e non sapevo davvero come avrei preso la visione del film. Sapevo pochissimo della storia. Un'esile trama che poteva benissimo propendere verso la commedia più leggera o affrontare temi più tosti e impegnativi.
Mi sono sistemato sul divano e ho fatto partire il dvd con il cuore e la mente liberi da pregiudizi e aspettative.
Sorriderò o mi incupirò?
Il film racconta la storia di due coppie in crisi che cercano di trovare una via di fuga dalla solitudine, l'insoddisfazione e la noia (tutti temi già trattati da Allen) con mezzi e percorsi diversi.
Helena (Gemma Jones) abbandonata dal marito dopo una vita di devozione e sacrifici, si rivolge a una chiromante consigliata dalla figlia Sally (Naomi Watts) che in questo modo cerca di regalare una speranza alla madre disperata, pienamente consapevole di metterla tra le mani di una ciarlatana che racconta ai suoi clienti quello che vogliono sentirsi dire. Il marito Alfie (Anthony Hopkins) cercando una seconda gioventù, inizia ad allenarsi in palestra, si lampada il viso, si cura l'aspetto e il look, e grazie a un incontro a pagamento con una escort, conosce e si innamora di una ragazza vistosa e sciocca, che viene subito attratta dal portafoglio rigonfio dell'uomo maturo, ingolfato di viagra per reggere il ritmi di un rapporto nuovo e sbilanciato per motivi anagrafici. Dopo una frequentazione di due mesi decide di sposare la ragazza e di presentarla alla figlia: Sally, da parte sua, ha le sue grane e i suoi problemi da gestire e risolvere. Roy, suo marito (Josh Brolin) è uno scrittore in panne, che dopo un primo romanzo di grande successo, non riesce più a scrivere un libro all'altezza del suo esordio e si fa campare da Sally, che lavora in una galleria d'arte e da sua suocera, Helena, che interviene nel loro rapporto con continue incursioni, dove manifesta sempre più sicurezza e fede sulle doti della veggente che le indica il destino di tutte le persone a lei più vicine. Roy, nel pieno della sua crisi creativa, legge le bozze di un romanzo di un amico e scopre di avere tra le mani il capolavoro che non riuscirà mai a scrivere. Mentre si tormenta pensando al suo futuro, spia la vicina di casa indiana (Fredia Pinto)che suona la chitarra con la finestra aperta. Lentamente iniziano a fare amiciza e tra un chiacchiera e una battuta, che si scambiano da una finestra all'altra, ai lati del cortile, finiscono per uscire a pranzo insieme, trasformando l'amicizia, con il passare dei giorni, in un sentimento molto più serio e complesso. Sally, da parte sua, scopre di essere attratta dal gallerista suo datore di lavoro, interpretato da Antonio Banderas. La sua decisione di mettersi in proprio con un'amica, le fa scoprire che le sue scelte, anche le più sciocche, come quella di spedire per comodità la madre depressa dalla veggente, si ritorceranno contro di lei.
Il film è più serio di quello che può sembrare ad una prima visione leggera e superficiale. Le battute sono poche, sebbene certi dialoghi e certi scambi verbali tra i personaggi rubino più di un mezzo sorriso. Ma quello che sale inaspettatamente, man mano che la pellicola dipana le varie vicende dei personaggi, è una sottile angoscia che si infila sotto pelle. Un sentimento reso ancora più vivido dalla decisione di Roy di rubare il libro dell'amico che muore in un incidente d'auto.
Peccato che le cose non vadano proprio come le aveva pensate Roy: il finale aperto fa presagire una conclusione disastrosa.
Il film non racconta nulla di nuovo.
Verissimo!
I temi sono già stati sviscerati, analizzati e osservati in molte pellicole del regista, ma quello che per alcuni è un limite, per me è un pregio.
Mi piace tornare a casa di Allen e sentire la stessa atmosfera, gli stessi profumi e, perché no, le stesse storie. C'è chi sostiene che ogni autore racconta sempre e solo la stessa storia e in questo, Woody Allen, è bravissimo.
Mi piace tornare a casa di Allen e sentire la stessa atmosfera, gli stessi profumi e, perché no, le stesse storie. C'è chi sostiene che ogni autore racconta sempre e solo la stessa storia e in questo, Woody Allen, è bravissimo.
Babel
ma alla fine non è sempre la stessa storia comunque? voglio dire: noi esseri umani siamo creature finite e limitate, quindi non possiamo produrre un'infinita variante di cose in eterno. il trucco sta nel raccontare bene la solita vecchia storia. anche a me piace moltissimo Woody Allen!
RispondiEliminaE si, cara Guchi, credo che la tua sottolineatura sia precisa e giusta. :-) Mi accorgo di questo anche quando produco le mie storie. I punti cardine sono sempre quelli.
RispondiEliminaCaro Bimbo, sono certo che ti piacerà. :-)
RispondiElimina... conoscete le "carte di Propp"? l'intreccio nella gran parte dei racconti è sempre quello.... si mischiano le carte, se ne segue l'ordine e nasce un racconto, fiaba, romanzo, film eccetera eccetera... :)
RispondiEliminaQuesta me la devi spiegare. :-)
RispondiEliminaA me il film è piaciuto, l'ho visto in un cinema piccolo piccolo che fa seconde visioni :)
RispondiEliminaLa trama mi alletta, anche se sì, è vero, non racconta niente di nuovo: ma è come viene raccontato che talvolta fa la differenza. Lo metto tra i film da vedere! Comunque finora, i miei preferiti di Allen sono "Match point" e "Sogni e delitti".
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