Quando si scrive una storia (sempre che non si tratti di un romanzo fantasy o di fantascienza) si cerca di dare credibilità ai personaggi che si mettono in scena. Si cerca di dare spessore e peso alle azioni che compiono, ai pensieri che pensano, alle parole che pronunciano; si cerca di costruire un contesto sociale credibile e di trovare delle svolte narrative che non tradiscano il senso della struttura narrativa costruita fino a quel momento.
Creare un mondo credibile non è facile.
La sfida, per il mio romanzo, è questa: superata la prima fase, ora, i nuovi lettori, potranno leggere l'opera per intero e avranno l'occasione di capire dove portano tutte le tracce che ho lasciato intuire nell'incipit.
Come mi ha detto un amico-lettore-editor (come non ringraziarlo per l'aiuto e i consigli ricevuti) tutto dipende da quanto il lettore reggerà bene le svolte della trama.
Può prendere il cambio di registro come un colpo di scena che apre la storia verso nuovi orizzonti inattesi, o può pensare che non sono stato in grado di tenere testa al plot iniziale.
Mi capita di scrivere una pagina e di pensare: ma questa cosa che faccio fare al personaggio X è credibile?
Poi, apro il giornale, è leggo la storia di un certo sacerdote Seppia (già il cognome dice tutto) che in un quartiere industriale di Genova, non solo ha abusato di minorenni con l'aiuto di una rete di complici che si adoperava per cercare le vittime (tutte sotto i 14 anni d'età) nei centro commerciali e in realtà degradate (genitori tossici che potevano cedere a ricatti e promesse), ma ha confessato agli inquirenti di essere anche tossicodipendente, cocainomane e se tutto questo non bastasse, persino sieropotivo (scatta l'allarme per i bambini e i ragazzini abusati).
Ecco, leggendo queste notizie mi dico che, se dovessi creare un personaggio così per una storia, i lettori mi accuserebbero di aver esagerato con la fantasia e storcerebbero il naso per la scarsa credibilità della vicenda.
Peccato che spesso, la realtà, supera, e di molto, la fantasia più sfrenata.
Babel
Si è vero a volte anche io mi "limito" nello scrivere le storie (intendo quelle che non pubblico sul blog) perchè sembrano poco attaccate alla realtà invece poi leggi ste cose...
RispondiElimina....La cosa che più mi lascia inorridito in quella vicenda è il futuro di quei ragazzini ...... se le analisi dovessero confermare che sono stati contagiati ....... non ho parole .....
RispondiEliminaBimboverde @ lo sanno bene i miei amici che tutto quello che sento, vedo, annuso, vivo, tocco può finire in un mio racconto. :-)
RispondiEliminaStill @ c'è sempre una selezione. Credo sia naturale.
Lupo @ è una storiaccia...ma accia accia...