sabato 28 gennaio 2012

L'APOTEOSI DEL RINGRAZIAMENTO


E' più forte di me.
Non riesco a resistere alla tentazione.
Tutte le volte che compro un libro, la prima cosa che vado a leggere, sono i ringraziamenti alla fine del volume. Non so perché. In quelle parole mi sembra di cogliere, a volte, delle sfumature per capire meglio la storia che mi sto accingendo a leggere. Non tutti gli scrittori sono generosi. Alcuni sono davvero avari di grazie e informazioni. Si limitano a una sfilza di nomi che non ti dicono assolutamente niente. Altri, invece, riescono a sorprenderti parlando della trattoria dove hanno pranzato durante la stesura del libro, oppure ringraziano un amico che gli ha ospitati a Dublino o Parigi, o citano luoghi e momenti che hanno colpito la loro fantasia.
Piccole informazioni che riescono a creare un ponte tra chi scrive e chi legge. 
Sì, lo confesso: adoro i libri con una bella pagina di ringraziamenti.
Se non trovo nulla di interessante, stimolante o generoso...come dire...ci rimango male e sono meno invogliato a iniziare la lettura.
Prendete Stephen King ad esempio: è capace di scrivere pagine e pagine di ringraziamenti, motivazioni, aspirazioni, progetti e desideri.
Mi piace sempre. In un certo senso mi racconta una piccola scheggia del processo creativo che ha portato alla stesura del romanzo che ho tra le mani.
Ora sono alle prese con il romanzo di Paolo Sorrentino, HANNO TUTTI RAGIONE, e anche lui mi ha colpito per l'originalità dei ringraziamenti.
Nulla di strano o imprevedibile.
I suoi film raccontavano già una sensibilità particolare.

Riporto una frase di Arundhati Roy che ho letto l'altro giorno in un'intervista e che mi ha colpito molto.

"Se stai scrivendo un romanzo le chance di fallire sono molto alte. Puoi farlo solo sapendo che puoi fallire, altrimenti non stai sperimentando. Io scrivo perché devo, perché sarebbe troppo umiliante non farlo!"

ALIAS 

1 commento:

  1. Allora non è solo un mio vizio. Questo mi consola. Una mia amica legge, ad esempio, sempre l'ultima pagina di tutti i romanzi, anche se si tratta di gialli! Io quello me lo evito volentieri. A volte leggo l'ultimissima riga del romanzo...ma da quando mi è capitato di trovare il nome dell'assassino proprio nell'ultima riga...be'...ci vado mooooooolto più cauto.

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