giovedì 11 luglio 2013

TUTTA UNA QUESTIONE DI PROSPETTIVA


Una delle classiche domande che si fanno durante la presentazione di un libro è: quando le piace scrivere... in che ore del giorno?

Immancabilmente la domandona mi è stata fatta anche alla mia prima presentazione.
Mentre ascoltavo la domanda mi dicevo: ecco, è arrivata... e a stento trattenevo un sorriso, perché dentro di me pensavo: ma a qualcuno può interessare davvero in che ora del giorno mi siedo davanti al computer e comincio a scrivere?

La mia risposta è stata particolare, perché io non parlo di ore, ma di stagioni dell'anno.
Ebbene sì: sono uno scrittore stagionale!
Il mio lavoro non mi concede di fare diversamente.
In primavera e in estate la produzione letteraria si interrompe bruscamente o rallenta parecchio, in autunno e in inverno riprende slancio e vigore. 
Ora, per restare sul pezzo, vorrei tanto scrivere il mio nuovo romanzo che aspetta solo di uscire dalla mia testa, ma non ho il tempo, la serenità e il mood giusto per farlo.

E questo mi fa incazzare.
Capita un po' come quando si è bambini: desideri tanto un determinato dolce, gioco, libro, fumetto, pantalone (gli esempi possono essere infiniti)... e ti struggi nel dolore dell'attesa finché non realizzi quel sogno impossibile. Ci stai male, non ci dormi, elabori piani per averlo tra le mani e quando arriva il momento di goderselo per davvero... la magia è già finita.

Io faccio così: bramo il tempo per la scrittura... e quando arriva, brontolo per la fatica che comporta.
Entri in un'altra dimensione e non ci sei per nessuno.

Ci vorrebbe un vitalizio minimo per gli scrittori.
Lo so, suona blasfemo parlare di soldi, pensioni, vitalizi in un periodo nero come questo.
Prendetela come una provocazione, ma conosco tanti artisti che non possono fare quello che amano soltanto perché non è possibile camparci. 
Molte categorie sono protette... la Fiat la sosteniamo tutti da decenni per beccarci macchine orribili e senza nessuna innovazione... si sprecano le pensioni per falsi invalidi... si comprano aerei da guerra che precipitano se vengono colpiti da un fulmine... si sperpera denaro pubblico con appalti fantasma e cattedrali nel deserto... ma non parlate di tutelare i creatori di sogni e magie. 
Perché scrivere mica è un lavoro.
Un hobby semmai.

Ho anche pensato che la vita bisognerebbe ribaltarla.
In gioventù, quando si devono fare esperienze, viaggiare, sperimentare, si deve garantire "la pensione di godimento dello stato di giovane felice"... dopo i 35 anni si inizia a lavorare. Che poi si sa che gli anziani si lamentano spesso di questo: di sentirsi inutili. E quando si è anziani, molte cose belle della vita, non le puoi più fare con lo stesso slancio dei 20 anni... e allora... RIBALTAMENTO DELLA PROSPETTIVA. 

Mi sa che sono pronto per il Movimento 5 Stelle!

:-)

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