lunedì 15 luglio 2013

SCATTO DI MEMORIA

Venerdì mattina è venuta a mangiare in ristorante un'amica della Capa che avevo già servito diverse volte.
Il giorno è entrata, mi ha visto vicino alla cassa, e mi ha detto: "Ti devo fare qualche domanda!"
Sorrideva con gli occhi e ho pensato: "Mi vorrà chiedere qualcosa sul libro."
L'accompagno al tavolo e attendo di scoprire cosa voglia sapere di così importante.
Osservandomi attentamente mi chiede l'anno di nascita.
Subito dopo, soddisfatta dalla mia risposta, mi chiede se sono di Sassari.
Un altro centro.
"Tua madre insegnava disegno o qualcosa del genere?"
"Sì, mia madre insegnava Educazione Artistica."
"E hai avuto come maestra la Bertrand'?"
"Sì..."
"E allora noi siamo stati in classe insieme alle elementari... anzi, siamo stati compagni di banco."
"Ma scherzi?"
"Per niente... ho letto il tuo nome sulla pagina FB del ristorante e mi si è accesa una lampadina. Eri uno dei pochi nomi che mi era rimasto in testa e ho pensato subito che potevi essere la versione adulta del bambino di allora..."
"Scusami, ma io non ricordo nulla... ho come rimosso quella parte della mia vita. Mi sono rimasti solo dei flash... delle immagini confuse."
"Io invece ricordo benissimo il bambino che sei stato... disegnavi sempre ed eri bravissimo. Ti invidiavo da morire. Mi ricordo che una mattina hai disegnato Heidi in modo perfetto... per noi era un mito quel cartone... ci siamo cresciuti con le sue storie tra i monti."
"Disegnavo Heidi? Non ricordo neanche questo..."
"Sì, ma non solo quello."
"Io ricordo Lorella di cui ero perdutamente innamorato..."
"Io neanche lei."
"E Pietro con gli occhiali di Al Bano... e Antonella che rideva quando scosso da attacchi di ridarella mi fremevano le narici come un coniglio."
"Io ho dimenticato tutti. Non ho nessuna foto di quei tempi... quelle classiche con tutta la classe e la maestra, hai presente? Mi era rimasto solo il tuo nome e il ricordo dei tuoi disegni..."
Siamo andati avanti così per dieci minuti, scavando nel passato e tirando fuori reperti dimenticati che riportati alla luce, tornavano a splendere.
Abbiamo rievocato la figura della maestra Bertrand, una specie di Rita Levi Montalcini dall'aspetto elegante e austero, che mi aveva conquistato con la sua presenza discreta e intensa.
Abbiamo parlato dell'edificio della scuola, dei nostri spostamenti, di qualche episodio scolastico e, infine, delle nostre vite attuali.
Alla fine del pranzo ci siamo abbracciati e io, non so perché, mi sono sentito dentro una trama di Murakami.

2 commenti:

  1. (pssss ... c'è un errore ortografico quando parli di Lorella. ih ih)

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    1. Grazie vocina della coscienza ortografica ehehheehe... mi ero scappato. :) Tutto bene?

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