mercoledì 7 settembre 2011

TINELLI LETTERARI


Lavorare in un ristorante nei mesi estivi comporta una serie di rinunce.
Alcune sono più dolorose di altre.
Ne cito solo alcune:
Il mare (lo vedi solo nel giorno di riposo e molto spesso, quel giorno, piove o tira vento di maestrale);
Gli amici (i tuoi orari di lavoro, che coincidono con la comune vita sociale di qualsiasi essere umano che conduca una vita normale, ti impediscono di frequentare gli amici per una qualsiasi iniziativa. Ti rimane il giorno di riposo e non tutti sono così disponibili a incontrarti proprio quel giorno lì!);
Gli eventi culturali (si sa che in estate le iniziative culturali abbondano: festival letterari, concerti, incontri con scrittori famosi, presentazioni di libri, mostre fotografiche, eventi associati a mille iniziative, reading, spettacoli teatrali, rassegne cinematografiche con film che non vedi mai nei soliti canali. Insomma c'è di tutto e di più per soddisfare la tua curiosità e spesso è pure gratis e in location meravigliose. Ti rimane sempre il santo-giorno-di-riposo per placare la tua sete di cultura, peccato che spesso, quel giorno, la cosa più interessante che riesci a trovare, è la sagra del cetriolo).

E così ti capita di incontrare degli amici che ti raccontano le cose stupende che hanno visto, ascoltato, assaggiato, vissuto, toccato e delle persone meravigliose che hanno conosciuto (scrittori, cantanti, artisti, musicisti) e tu pensi alle tue giornate passate a sudare in ristorante, ognuna perfettamente identica all'altra, e ti senti uno sfigato senza futuro.

Io che amo scrivere e coltivo - non cetrioli - ma velleità da scrittore, mi perdo eventi e situazioni che mi potrebbero servire per alimentare la mia passione e sviluppare rapporti interessanti e creativi.
Niente.
Tutte le volte butto giù il rospo e mi dico: la vita - per ora - va così!

Ad agosto, in pieno cataclisma vacanziero, travolto da orari lavorativi allucinanti e da una stanchezza che è impossibile descrivere, senza il tempo materiale neanche per andare a fare la spesa per mangiare come i comuni mortali, incontro un amico in pensione (e quindi con moltissimo tempo a disposizione) che reduce da un evento culturale con anessa presentazione di un libro di un giovane scrittore sassarese, mi chiede, stupito dalla mia assenza:
"Ma come mai non frequenti certi salotti letterari?"
Ed io rispondo, con il sorriso amaro di chi beve dal calice della rassegnazione: "Caro amico mio, io non ho neanche il tempo di frequentare i tinelli letterari, figuriamoci i salotti!"
Il mio amico si è reso subito conto della gaffe ed è passato a un altro argomento con rocambolesca destrezza.

Il simpatico episodio è stato per me l'ennesima conferma di quanto - compresi amici e conoscenti - chi non ha mai lavorato nella ristorazione non capisca, non abbia nessuna idea, neanche immagini, cosa significhi un'esperienza del genere.
Ti dimentichi tutto...salotti, tinelli e terrazzini letterari...e a volte, troppo spesso, ti dimentichi anche di vivere.

C.D.

7 commenti:

  1. Io non sottovaluterei i cetrioli, comunque! (presidentessa della LRC - Lega per il rispetto del cetriolo)

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  2. @bimboverde...e cos'è questa faccina triste?

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  3. @<Niki...sei davvero poliedrica. ehehheh

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  4. Butta via il filtro grigio che si è impossessato di te...Magari non è quello che vuoi sentirti dire, e pensi che non ti capisca. Non è così. Ma cambiando filtro potresti vedere cose nuove. Bacio

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  5. Il filtro si è bruciato...è andato in sovra-esposizione. Hai ragione sull'urgenza di cambiare l'angolo di osservazione. Ho già iniziato a grattare l'intonaco. Da qualche parte bisogna pur cominciare. Bacio. :-)

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  6. Certamente hai ragione, ma ogni persona si porta dietro (dentro)un mondo che non richiede nemmeno la presenza nei tinelli letterari.E poi considera che recuperi il tempo e il tuo spazio a fine stagione.Non perdere la speranza e resissti!

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