sabato 12 gennaio 2013

IL METRO DELLA FELICITA'


La decisione "rivoluzionaria" della Cassazione, di considerare una coppia gay adatta a crescere un bambino e assolutamente non dannosa per il suo sviluppo psicologico, ha fatto subito aizzare i cani (guardiani) della moralità e della "legge naturale": prima fra tutti la Chiesa, e subito dopo l'Osservatorio dei diritti dei minori. 
La prima sostiene che si tratta di una sentenza ambigua che crea sconcerto. 
Il quotidiano della Cei, "Avvenire", scrive: "Per esperienza comune di ogni essere umano la nascita di un bambino scaturisce dall'unione tra un uomo e una donna, e comporta la cura e l'allevamento da parte dei genitori. Il punto più sconvolgente della pronuncia, quando considera il bambino come soggetto manipolabile, attraverso sperimentazioni che sono fuori dalla realtà naturale, biologica e psichica umana e che non si sa bene quanto dovrebbe durare. La sentenza lascia stupefatti quando cancella tutto ciò che l'esperienza umana, e con essa le scienze psicologiche, ha elaborato e accumulato in materia di formazione del bambino."
Il secondo, invece, dice: "E' una sentenza shock. Non si capisce di cosa parli la Cassazione quando afferma che non esistono certificazioni scientifiche attestanti l'inidoneità dei gay ad adottare." 
E aggiunge Marziale, anche consulente della Commissione parlamentare per l'infanzia: "D'altro canto non è la prima volta che la Suprema Corte stupisce con sentenze scioccati, come alcune relative alla violenza sulle donne".

Leggendo la notizia e le prevedibili reazioni dei soliti moralisti pronti a indicare cosa è giusto e cosa no, ho pensato a un libro molto particolare che si muove tra l'autobiografia scanzonata, il romanzo (per stile e leggerezza) e il  reportage giornalistico (per la precisione usata nel raccontare un percorso di vita e una scelta d'amore). Un libro scritto dal giornalista Claudio Rossi Marcelli per raccontare la sua decisione di diventare padre, insieme al suo compagno Manlio, di due splendide bambine: Clelia e Maddalena.
Una decisione che parte da molto lontano, da quando si sono messi in testa di realizzare il loro sogno: "Non ci sembrava di chiedere troppo, volevamo solo una famiglia normale: padre, padre e figlio."
Scartata l'adozione - vietata per le coppie gay - e tramontata l'ipotesi di un'amica compiacente che fosse single e pronta ad affrontare un viaggio così complesso, alla fine è rimasta solo l'ipotesi del Gpa, ovvero: la gestazione per altri, meglio nota come "maternità surrogata". 
Così, Manlio e Claudio partono per gli Stati Uniti, e si ritrovano proiettati in un nuovo mondo, strambo e surreale per i parametri italiani, delle cliniche della fertilità e, grazie all'aiuto di Tara, una giovane donna del Midwest, riescono a coronare il loro sogno. Dopo un periodo di affiatamento, per prendere confidenza con la nuova realtà insieme a Tara (un caso ancora più particolare), tornano a casa con le loro gemelle. E qui, in Italia, scoprono una società molto più aperta di quanto immaginassero. 
A dare una mano con pannolino-poppata-pannolino ci sono amici e parenti, tutti un po' strani e particolari: la nonna alla perenne ricerca della perfetta "normalità", che si parli di scarpe, piante o figli; l'amica tata Ruriko (uno dei personaggi più esilaranti), una giapponese che osserva l'Italia con gli occhi di un'aliena in visita sul pianeta Terra e con una segreta passione erotica per Romano Prodi; Susanna, l'amica etero che viene battuta sul tempo anche dagli amici gay nella creazione di una famiglia e non riesce a darsi pace. Oltre alla sfera famigliare, ci viene raccontata anche l'epopea negli uffici pubblici, e poi la pediatra, la scuola, le maestre, i genitori dei compagni...tutti impegnati a fare i conti con la nuova realtà che si palesa davanti ai loro occhi. 
Un libro scritto con ironia, grazia, leggerezza...per raccontare una storia semplice, quasi banale: la storia vera di un nucleo famigliare costruito con l'aiuto di persone appartenenti a mondi diversi. Un racconto che affronta con delicatezza e auto-ironia un tema di grandissima attualità e mette in crisi l'idea di famiglia tradizionale, creando, appunto, una nuova, sorprendente, normalità.

Penso che certi prelati, e certe eminenze grigie, dovrebbero leggere un libro così...per capire di cosa si parla, e per capire come sia assurdo andare contro la forza dell'amore.
Tornando al caso specifico, la Cassazione ha deciso per un affido esclusivo del bambino alla madre biologica, dopo la denuncia del padre, marocchino e musulmano, che non vedeva di buon occhio la relazione dell'ex-moglie con la sua nuova compagna, appellandosi all'articolo 29 della Costituzione, sui "diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio."
La Cassazione ha respinto il ricorso del padre, evidenziando che alla base delle critiche "non sono poste certezze scientifiche o dati di esperienza, bensì il mero pregiudizio che sia dannoso per l'equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale."

Quindi, ricapitolando, la Cassazione cosa doveva decidere? 
Che la madre non era adatta a gestire il figlio solo perché lesbica?
E se la madre si fosse limitata a restare single, senza dichiarare la sua scelta sessuale, e senza neanche viverla, per far contenta la Chiesa, allora, dico, in questo caso, poteva ritornare a essere una madre giusta e non dannosa per la crescita armonica del proprio figlio?
Ma di cosa stiamo parlando?



Leggete il libro HALLO DADDY! di CLAUDIO ROSSI MARCELLI e imparate a vedere oltre la punta del vostro naso. 
La felicità degli altri non si può misurare con il metro che usiamo per misurare la nostra.

10 commenti:

  1. Anch'io anch'io!!!! :-) Nickp

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  2. L'ultima frase del post dice tutto, non sai quanto concordi con te....

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