lunedì 12 gennaio 2015

LA TRIBÙ DELLE PENNE PAZZE


Svegliarsi alle 6 del mattino dopo due ore di sonno per partire verso Cagliari in compagnia di un gruppo di amici scrittori e librai per partecipare all'incontro che ha riunito molti talenti letterari - c'era qualche assenza per ovvi motivi - davanti all'obiettivo di Marco Desogus per scattare una foto che nelle intenzioni dell'artista vuole fermare nel tempo la nuova generazione di scrittori sardi. 
Un'occasione unica per conoscersi, parlarsi, vedersi oltre la virtualità di Facebbok, contarsi, annusarsi e capire un po' di più di questa strana comunità che vive di parole, sogni e storie. 
Un abbraccio mai così urgente e necessario come in questi giorni di violenza e matite spezzate. L'evento è stato gemellato con un reading al Teatro Massimo di Cagliari per ricordare, a vent'anni dalla sua tragica scomparsa, lo scrittore Sergio Atzeni. 
Fino a qui c'è la cronaca asciutta di una giornata che mi sarà impossibile dimenticare.
Ora c'è il dietro le quinte.

Partire con Emiliano Longobardi, Alessandro De Roma, Gianni Tetti (in una macchina) e Aldo Addis, Marcello Fois e Paolo Mura (in un'altra), Partire dopo aver recuperato Gianni Tetti che si è perso nei vicoli di Sassari Vecchio. Io ho due ore di sonno per colpa dell'agitazione che mi ha preso il sabato notte come se l'indomani dovessi affrontare l'esame di maturità. Arrivo a Sassari trafelato e con il freddo che mi morde il culo. 
Per fortuna, divisi i viaggiatori e partiti verso Cagliari, inizio a scaldami dentro la macchina tra chiacchiere leggere e scherzose che mi permettono di conoscere meglio delle persone che sfioro sempre e solo in appuntamenti ufficiali (vedi presentazioni libri, festival, eventi culturali). Si parla anche di libri, ovvio, e di scrittori. Arriviamo a Cagliari in orario e ci rechiamo all'appuntamento per scattare la foto nel quartiere di Villanova (quartiere bellissimo che mi ricorda Buenos Aires). Appena arrivati nella location dove verrà scattata la foto dobbiamo firmare la liberatoria. Saluto gli amici che sono già arrivati (Roberto Alba, Marco Porru, Fabio Forma) e dopo aver firmato la liberatoria (mi sono sentito un po' all'esame di maturità a dire il vero... per tornare al tema dell'insonnia notturna) mi sono fiondato con la complicità di Alessandro De Roma e di Alberto Capitta a prendere un caffè nel bar più vicino (un bar fricchettone molto ma molto carino e arredato con uno stile vintage delizioso). La scusa era il caffè... ma la nostra reale intenzione era quella di visitare il cesso vintage per lasciare la nostra firma. Cose umane. Umanissime.

Torniamo sul luogo dello scatto. Si prendono le misure. Si cerca di capire come fare. Poi, Francesca Casula sale sulla scala che si erge sul cortile e inizia a fare l'appello (torna la sensazione di essere tornato a scuola) e chiama il nostro nome dobbiamo dire "presente" e spostarci sotto la scalinata per essere visionati dal fotografo. Dopo diversi minuti di "dove mi metto?", "mi si vede?", "io son troppo basso...", finalmente, grazie al fotografo, vengo posizionato sulla scalinata di destra. Ho il mio posticino vicino a Gianni Tetti e Alberto Capitta (mica cotiche!!!). 

Scattata la foto (le foto... molti scatti per cogliere l'essenza storica del momento) rompiamo le righe. Si parla ancora, si scazzia, si ride... Tu che fai? Reciterai un pezzo in teatro? Facciamo un giro? Si va a mangiare? 
Il gruppone si divide in tanti gruppini. Chi torna a casa, chi ha un impegno, chi deve guardare la partita del Cagliari, chi ha i figli che arrivano da Amsterdam... chi vuole mangiare un panino... chi dice incredulo: UN PANINO? 

Roberto Alba viene eletto a Virgilio della situazione: PORTACI A MANGIARE. Dopo un aperitivo con stuzzichino, salutiamo i paninari vegani e ci dirigiamo verso una trattoria che il Mr Alba conosce molto bene. 
Un posto delizioso strapieno di gente. Ci sediamo. Siamo in sei: io, Emiliano, Gianni, Roberto, Fabio e Paolo. Alle tre dobbiamo scappare in teatro per il reading. 
"Ce la facciamo... tranquilli!" ci dice Roberto.
Decidiamo per un giro di antipasti misti e poi per un piatto unico (i 5 scelgono un bis di primi... io una tagliata con rucola e grana). Bene. Tutto chiaro. Cosa ci vuole?
Iniziano ad arrivare gli antipasti con un tagliere enorme pieno di salumi e formaggi (davvero buoni) e del pane caldo con un filo d'olio (delirio!). Poi arriva: polpo con patate, burrida, salmone con salsa... e noi si mangia... increduli. Ancora tutto buono. Poi arrivano le ostriche. Oibò! Poi arrivano le lumache con un sugo piccante da leccarsi le dita (non le mangiavo da una vita!)... e poi ci portano una pepata di cozze... e io dopo dovrei mangiare anche la tagliata? Poi ci portano altre ostriche e il formaggio fuso. Preoccupati chiediamo pietà. La cameriera ci sorride e ci dice: gli antipasti sono finiti. E meno male diciamo noi in coro. Il tempo scorre. Gianni è l'unico che deve leggere un testo di Atzeni. Dobbiamo sbrigarci. Dopo un po' arrivano anche i primi. La tagliata latita... ma mi assicurano che è in cottura. Io sono sazio. Guardo i miei compagni che si spazzolano gli spaghetti con le vongole e con l'astice e... azz... mancano 15 minuti alle tre del pomeriggio. 
Il capitano Roberto è l'unico che conosce la strada per il teatro e così accompagna Gianni mentre noi terminiamo il pranzo. Arriva la mia tagliata: un piattone gigantesco. Io non ce la posso fare. Mi aiuta Emiliano... ma è davvero troppo. Ne mangio due pezzi e mi arrendo (io che odio lasciare le cose nel piatto). Ci portano un sorbetto. Caffè. Chiediamo il conto. Io vinco il pronostico sulla quota che ci tocca: tra i 30 e i 35 euro. Alla fine saranno 32. 

Gonfi e sazi ci dirigiamo verso il teatro. L'incubo è il parcheggio. Emiliano (con la sua guida molto sportiva) riesce a trovare un buco. Arriviamo all'inizio dello spettacolo. Raggiungo Roberto Alba. Mi siedo e mi godo lo spettacolo. Roberto ogni tanto cede alla siesta. Io allora gli rifilo una gomitata e lui parte con l'applauso. Ho apprezzato molto Marcello Fois, Savina Dolores Massa (ha una voce da brivido) e Gianni Zanata (esilarante). 

Alle 17 dobbiamo lasciare il teatro per dare spazio a un altro spettacolo. Saluti e baci e complimenti a chi ha letto con passione ed emozione un brano di Atzeni. Poi ds torna a casa. Viaggio dominato dalla stanchezza e la piacevolezza dell'ascolto. Alessandro che ci racconta di una sua fan molto calorosa e delle sue passioni segrete (che non posso svelare) e Gianni Tetti che parla con Emiliano di calcio, marcatori, canzoni tradizionali che sono coverizzate da canzoni impensabili e zilleri dove può succedere di tutto. Ma proprio di tutto. Ci fermiamo a metà strada per una pausa. Salto al cesso, Coca-Cola per digerire e cioccolati al latte per coccolarci. Il bar è invaso dai tifosi del Cagliari che tornano verso casa. 

Cosa mi rimarrà di questa giornata?
L'amicizia e la complicità di un manipolo di prodi mangiatori incalliti. 
La foto di Carol Alt in una scuola elementare che si rivela qualcos'altro.
Lo sguardo di Fabio. Figo lasciarsi andare, vero?
Le facce e i sorrisi di tante belle persone.
Il piacere di esserci. 
La carezza del sole.
Il profumo del caffè.
Le parole di Atzeni.
La voglia di scrivere.
La voglia di leggere.
La voglia di vivere. 

Buonanotte. :-)















Foto di Dietrich Steinmetz

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