Ieri pomeriggio, dopo tanto tempo, ho parlato con il mio amico sardo-americano grazie a Skype!
Grande invenzione.
Accendi la cam e tutto il mondo è lì davanti a te.
L'occasione è nata dalla lettura del mio ultimo romanzo: ci teneva a dirmi a voce il suo parere, invece di usare un'asettica email.
Lasciando da parte il confronto letterario (molto produttivo), ci siamo divertiti a raccontarci un po' le nostre vite. Le mie novità erano molto meno delle sue, e così mi sono messo comodo e mi sono goduto il suo "reportage".
Usando la cam mi ha fatto vedere tutta la casa. Tre piani, più una soffitta da paura (sua definizione) che mi hanno fatto pensare a tutte le case tipiche americane viste nei telefilm della mia giovinezza. La casa è una delle poche tutte in legno del quartiere di Portland dove vive. Risale alla fine del 1800 ed è una delle sopravissute a un furioso incendio dei primi anni del '900. Dopo quel rogo devastante gli abitanti hanno iniziato a costruire case in muratura per paura delle fiamme.
La sua è ancora fedele ai classici dettami dell'edilizia americana. Non potete immaginare lo spettacolo: parquet originale levigato dagli anni, il soffitto di uno studio tutto in rame, un enorme pannello decorato, muri colorati con verdi, blu o tappezzerie sgargianti...scale da film horror...le camere delle bambine di un bianco candido, la sala con il camino e l'albero di natale...la strada fuori dalle finestre con il classico giardino...e sull'altro lato della strada le solite case da film.
Ho visto anche la piccola Eleanore seduta in grembo alla baby-sitter. E che dire delle camere per gli ospiti con bagno indipendente e letto matrimoniale? Un incanto. Sandro mi ha invitato per l'ennesima volta.
Accidenti...quanto mi piacerebbe partire...anche se i soldi...i maledetti soldi...latitano. Mi trasferirei per 3 mesi come ragazzo alla pari. Pulisco casa, aiuto con le bambine, studio un po' di inglese, mi dedico alla scrittura, cucino qualche pranzetto.
Sarebbe favoloso, speciale, unico...e intenso.
Adoro Sandro, il suo compagno e le loro splendide bambine.
Il Maine, teatro di molti romanzi di Stephen King...fa parte del mio immaginario.
Non oso pensare cosa scatterebbe dentro la mia mente: PAURA!
La felicità esiste...GIURO!
Ieri era collegata con me su Skype!
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