Vi piace la pittura di Edward Hopper?
"La sua evocativa vocazione artistica si rivolge verso un forte realismo, che risulta la sintesi della visione figurativa combinata con il sentimento struggente e poetico che Hopper percepisce nei suoi soggetti.
Diceva: "non dipingo quello che vedo, ma quello che provo".
Predilige immagini urbane o rurali, immerse nel silenzio; i suoi spazi sono reali ma in essi c'è qualcosa di metafisico, che comunica allo spettatore un forte senso di inquietudine. La composizione dei quadri è talora geometrizzante, sofisticato il gioco delle luci fredde, taglienti e volutamente "artificiali", sintetici i dettagli.
La scena è spesso deserta; raramente vi è più di una figura umana, e quando ve ne è più di una, sembra emergere una drammatica estraneità e incomunicabilità tra i soggetti che ne accentua la dolorosa solitudine.
Di lui è stato detto che sapeva "dipingere il silenzio". Hopper utilizzò composizioni e tagli fotografici simili a quelli degli impressionisti, che aveva visto dal vero a Parigi all'inizio del Novecento, ma di fatto il suo stile fu personalissimo e imitato a sua volta da cineasti e fotografi."
Bene, dopo aver visto queste opere mi sono fermato un attimo a pensare. Mi ricordavano Hopper, ma non ne ricordavo nessuna in modo particolare.
Poi la scoperta della verità: i "quadri" sono in realtà delle bellissime foto di Laetitia Molenaar, ispirate alla complessità dei passaggi di E. Hopper, e costruite sulle emozioni illuminate dalle sue pennellate essenziali.
Il risultato è sorprendente e leggermente spiazzante.
Le opere di Hopper vengono spesso usate dalla case editrici per le copertine dei loro libri...e tutte le volte che me ne capita in mano uno, confesso la mia debolezza: mi fermo a guardarla con attenzione, apro il libro, leggo la quarta di copertina, la biografia dell'autore e cerco di capire il perché di quella scelta.
A volte ci arrivo subito, altre no...rimetto il libro al suo posto e vado oltre.
Potere delle immagini...dell'arte...dell'amore.
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