Questo 2013 è stato un anno lungo, pesante e difficile un po' per tutti. Guardandomi intorno non ho visto molti colori e molti sorrisi. C'è una resa incondizionata alla paura e alla solitudine. Sono andate via delle persone care, qualcuno è sparito, qualcun altro è tornato con un gioco di prestigio. Ci sono stati baci, birre condivise e parole affilate come coltelli. Ho zoppicato e ho salito molte scale. Ho sudato e non sempre sono stato capito. Ho pubblicato un libro che cerca di sopravvivere nella giungla dell'editoria. Mi sono sentito solo e mi sono sentito amato. Ho sognato un gatto. Ho fatto da papà alla mia mamma. Ho letto libri bellissimi. Qualcuno mi ha detto con gli occhi che sono speciale. Qualcun altro mi ha detto a denti stretti che sono un pezzo di merda. Tutto relativo. Sono entrato in carcere e mi ci sono trovato bene. Ho provato ad ascoltare il mio cuore e solo il mio cuore e non sempre il segnale era limpido e chiaro.
Ho scelto di non fare l'albero di Natale. Ho scelto di non farmi incantare dalle lucine. E forse ho fatto male. Perché la magia dell'infanzia la ricordo ancora, quando non dormivo in attesa dei passi di un Babbo Natale che mi doveva portare i doni elencati nella letterina spedita un mese prima verso un luogo lontanissimo e con molta, molta neve. Vorrei avere ancora quella luce negli occhi, quella fervida speranza... e invece, mi sento stanco e appesantito e questa sensazione non mi piace, non mi piace per niente.
L'altro giorno sono andato allo spettacolo della fratellanza dove si esibiva la mia nipotina Lady Bubba (una popstar in famiglia ci vuole!) e guardando la spontaneità e la gioia dei bambini mi sono incantato e innamorato. Vedere i bimbi senegalesi con i loro sorrisi immensi, i loro occhi di un nero profondissimo, i loro vestiti colorati e le acconciature afro della bambine, mi ha smosso il cuore. E così vedere mia nipote cantare la canzone di Natale, emozionata e composta, con i suoi amici del coro vicini per dare forza ai ritornelli. Ecco, non lo so, mi sono sentito avvolto da una bella sensazione. La vecchiaia fa brutti scherzi, vero?
E così ieri, ultima lezione in carcere del 2013, mi sono emozionato quando Carmelo è arrivato in classe con i cannoli preparati da lui e con una grande bottiglia d'acqua perché lì non si possono bere alcolici. Ho mangiato quel cannolo con una bellissima sensazione d'amicizia e condivisione. Tutti presi dai dolci, tra chiacchiere e risate, mentre le telecamere ci riprendevano per amplificare mille volte quell'immagine di fratellanza. Alla fine della lezione ci siamo salutati e ci siamo scambiati gli auguri. Raffaele mi ha raccontato che stanotte potranno organizzare la cena di Natale con gruppi di persone che non devono superare le 9 unità. Quindi, i detenuti di tre celle, si uniranno in una cella e festeggeranno la vigilia insieme. Mi ha detto di avere nel frigorifero comune anche il salmone dentro la borsa con il numero della cella.
"E nessuno prende mai niente?" ho chiesto.
"Certo, capita che qualcuno prenda qualcosa che non è suo. Ma qui le cose vanno in un certo modo e non puoi fissarti sui particolari. Devi solo pensare che qualcuno aveva voglia di salmone e che va bene così. Siamo tutti nella stessa situazione. Ma in generale... c'è rispetto delle cose degli altri."
"Sono certo che sarà una cena buonissima!"
"Fatti arrestare così ceni con noi... una rapina senza spargimento di sangue... solo per entrare qui. Se siete in 4 si parla di organizzazione criminale, anche se siete 4 sfigati, e arrivi dritto dritto qui..."
Io ho riso.
"Facciamo così... quando uscirai tra qualche anno mi chiami e ti porto a cenare fuori. Meglio, no?"
"Davvero?"
"Promesso."
Raffaele mi ha sorriso e mi ha stretto la mano con due lucciconi negli occhi chiari.
Ecco, io, il mio Natale l'ho già avuto e questa sera penserò a quel salmone buonissimo che avrei voluto assaggiare.
Buon Natale anche a voi.
Mettete a riposo le creste, le borchie e i ringhi cattivi e incazzosi e arrendetevi alla normalità. Fare i buoni, ogni tanto, non guasta. In fondo, per fare gli alternativi, se ci pensate bene, vi restano altri 364 giorni.
P.S. - dite che è troppo tardi per fare l'albero? :-)
Non è mai troppo tardi, tu sai quanta poca voglia avessi io quest'anno di fare l'albero, ma il mio topolino mi ha convinta, è tutto storto e un pò sfigato, ma va bene così, è tutto colorato e pieno di luci, e forse, e dico forse, ci aiuta a sentirci un pò meno tristi.
RispondiEliminaUn bacione e Buon Natale a te e a tutta la famiglia. Francesca.
I topolini sono magici. Chiedi a Cenerentola. :-)
EliminaCerto che non è troppo tardi! Sei il bimbo più speciale che abbia mai conosciuto!
RispondiEliminaFeliz Navidad!
Baci, Chus :))
Grazie per il "bimbo"! :-)
EliminaAuguri anche a te.
Ciao Fede... ricambio con un fiocco di baci. ehehhe
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