mercoledì 17 luglio 2013

VOCI DI CONDOMINIO


Notte acquosa archiviata.
Mi sembrava di stare dentro un acquario.
Aria immobile.
Disperato, alle cinque del mattino, finito il ciclo della lavatrice, mi sono messo a stendere le camicie e le magliette bianche che uso in sala.
Fuori, stranamente, si respirava... rientrato in casa, nonostante le porte e le finestre spalancate, ho ripreso ad annaspare come un pesce rosso fuori dal suo elemento naturale.
Ho pensato seriamente di sdraiarmi in terrazza... e poi la cervicale chi la sente?
Metto un altro carico di roba in lavatrice: questa volta ciclo sintetici per lavare i grembiuli da cameriere figo.
Leggo un po' di pagine del libro che ho iniziato poche ore prima e ritorno nel sudario del mio letto.
Minuti di sonno effettivo?
Non pervenuti.

Questa mattina mi alzo con un cerchio alla testa, le palle girate e la voglia di mordere il primo piccione che si posa sul davanzale della terrazza.
Se mi caghi le camicie bianche ti spenno con una fiammata!
Faccio colazione, spulcio internet, rispondo a qualche notifica di FB e a qualche email, e mi metto a stendere i grembiuli da lavoro, con indosso solo le mutande e una maglietta di cotone rigorosamente nera.
Bianco=lavoro.
Nero=tempo libero.
Mentre litigo con mollette e i fili persi nel vuoto, sento un "ciao" che mi fa sobbalzare.
Nascosta dietro i gerani c'è la mia vicina di casa.
"Scusa... ti ho spaventato..."
"Non fa nulla... non l'avevo vista."
Mentre parliamo penso alla strana intimità che ti porta a parlare in mutande con una signora con cui condividi poco più di un pianerottolo del palazzo dove vivi.
"Sono alle prese con il coniglio di mio figlio" mi dice.
"Coniglio? Ma gira libero per casa?"
"Sì."
"Me lo faccia vedere."
"Impossibile. Non si fa toccare. Si fida solo di Nico. Lo tiene con sé da quando stava in Egitto per lavoro. Lo ha preso quando era piccolissimo..."
"Forse non capisce l'italiano!" ironizzò io, con la mia spiccata vena comica Made Drive In.
"Con questa battuta infelice hai distrutto la piacevolezza del libro che sto leggendo... il TUO libro!"
"Lo ha preso?"
"Certo..."
"Allora poi mi fa sapere cosa ne pensa..."
"Voglio anche la dedica... sono nel punto dove il gatto scompare..."
"Bene... non le dico nulla così non si rovina le sorprese."
Parliamo ancora un po', io termino di stendere e con un saluto veloce ci aggiorniamo alla prossima conversazione da ballatoio mattutino.

Rientrato in casa ho sorriso.
Pensi di essere invisibile e invece sei intimamente interconnesso con il mondo, non solo quello virtuale... e cosa c'è di più simile a un micro-cosmo di un condominio italico?

Nessun commento:

Posta un commento