Ieri mattina, a pranzo, c'era in agenda una prenotazione per un tavolo da 10.
Alle 14:20, con quasi un'ora di ritardo, si sono presentati un uomo e una donna con 8 bambini di diverse età.
Abbiamo temuto il peggio - urla, schiamazzi, cibo lanciato contro i muri o sbrindellato sotto il tavolo, confusione, corse per la sala di bimbi indemoniati - e invece, contro ogni più pessimistica previsione, ci siamo trovati davanti a una famiglia educata e organizzata.
Ebbene sì, una famiglia con due genitori e 8 figli che andavano dall'età di 15 anni a un anno di età del piccolo Giovanni - un angelo biondo con i capelli ricci e due fossette irresistibili che apparivano sulle guanciotte tutte le volte che sorrideva alle mie sollecitazioni.
"Signora... pensate di fermarvi qui o vista la giovane età siete a metà dell'opera?"
"Mi creda... io non lo so mica come ci siamo arrivati a 8 figli!" mi ha risposto lei, sorridente e materna.
Tutti e due lavorano, sono medici, e tutti due trasmettevano una grande serenità a vederli in mezzo a quella tribù di bambini sorridenti, allegri, ma incredibilmente educati e composti a tavola.
Si capiva subito che dietro c'era una bella organizzazione e un'impostazione di base molto solida.
"Noi siamo una squadra", ci ha detto la mamma. "Tutti sanno cosa devono fare e come ci si comporta per semplificare le cose: dalla colazione del mattino, agli spostamenti in giro per la città, alle vacanze... tutto è organizzato nel modo più semplice e naturale. Per noi è una realtà normale... per chi ci guarda da fuori, forse, risultiamo un po' alieni."
E a giudicare dagli sguardi degli altri commensali seduti nei tavoli vicini - sguardi incuriositi, sorpresi e ammirati - la mamma non si sbagliava di molto.
Prima di andare via per la fine del mio turno di lavoro, mi sono avvicinato al tavolo per salutarli e fargli ancora i complimenti per la bellissima famiglia.
Si sono scusati per il ritardo: "Ci siamo persi nel dedalo di vicoli del centro storico."
"Per noi è stato un piacere conoscervi... ritardo perdonato", ho risposto io, salutando con un buffetto il piccolo Giovanni con il musetto sporco di sugo.
Ecco qua, nonostante la mia terribile fama di "mangia-bambini" - fama immeritata e che tendo ad alimentare con battute feroci solo per un puro divertimento personale - ... ci sono casi in cui ancora ho una grande fiducia nel genere umano.
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