venerdì 11 gennaio 2013

LA DITTATURA DEL SORRISO


Ieri ho visto l'incontro-scontro tra Santoro e Berlusconi come tanti italiani. 
Mi sono seduto davanti alla tv e ho guardato lo show...ecco, appunto, la parola è quella esatta: SHOW! 
Molti, tra giornalisti, opinionisti e politici, accusano il conduttore di essere stato troppo morbido e disponibile nei confronti dell'uomo-politico-imprenditore che da 20 anni domina la scena politica del nostro Paese, ormai non più Bel. 
Immagino, come lo stesso Santoro ha precisato durante lo "scontro" finale sulla patetica letterina a Travaglio, che dietro le quinte si siano consumate delle trattative estenuanti per delimitare lo scenario del confronto. 
Il timore (pericolo) che l'ospite si alzasse e se ne andasse doveva essere lì, presente nella mente di tutti, considerando le sue ultime ospitate. 
Io ero sicuro che non si sarebbe mai alzato da quella sedia: così facendo avrebbe perso terreno, voti, credibilità (che parola assurda in questo caso, vero?). 
E allora vai con il cabaret, le battute da asilo infantile o bar dello sport, i sorrisi stampati come un tatuaggio su una faccia ormai maschera...sorrisi che schiacciano i servizi sul crollo dei mercati, sui dipendenti Mediaset che lamentano trasferimenti assurdi, sulle dichiarazioni di Tremonti su una presunta congiura contro di lui, sulle frasi del 2009 che elogiano la sicurezza della situazione economica italiana (ristoranti pieni, aerei pieni, navi da crociera e villaggi turistici pieni...la tragedia-metafora della Costa Concordia era ancora lontana) sugli elogi al governo Monti, sull'applicazione dell'IMU prima della data prevista dallo stesso governo Berlusconi per il 2014, sui comportamenti discutibili sullo scenario internazionale, sulle 42 signorine aiutate perché in seria difficoltà, sulla fantasilandia intorno alla nipote di Mubarak, sugli amici discutibili, partendo dallo stalliere in su...ecco, i sorrisi smaglianti coprivano tutto questo ambaradan. 
La scusa è sempre la stessa: non si può governare, la costituzione è da cambiare, i giudici comunisti (e nel caso delle giudici donne...comuniste e femministe), i complotti, le congiure, i finti-amici...e giù sorrisi, sorrisi e sorrisi per coprire tutto quello che non ha saputo dire e non ha saputo fare in questi ultimi 20 anni. 
Guardando "Servizio pubblico" ho avuto l'impressione di trovarmi davanti al peggior film demenziale dei fratelli Vanzina. 
Una farsa così surreale che in qualsiasi altro paese del mondo un personaggio del genere sarebbe finito, nel migliore dei casi, in galera. 
Svegliamoci da questo incubo...smettiamo di ridere come dei fessi...e proviamo a non farci inculare un'altra volta dall'uomo del male (auto-definizione del medesimo parafrasando il pensiero di Travaglio).

Poco importa sapere che il mio voto non lo ha mai avuto.
Alla fine siamo tutti vittime del suo terribile incantesimo...chi più...chi meno.
Ecco, vorrei veder crescere quel MENO, e veder crollare quel PIU'!

2 commenti:

  1. Pienamente d'accordo con te.
    Manuela Petti

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  2. Mi segno il giorno nel calendario: io e te pienamente d'accordo...è un EVENTO raro! :-)
    Un abbraccio.

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