Venerdì scorso mi sono recato in un negozio di ottica dove mi servo da diversi anni per ordinare gli occhiali nuovi.
Il momento è arrivato. Il solco saltato. Il bivio finalmente giunto sulla mia strada. Passo dalle lenti mono-focali alle lenti progressive. Primo segnale che l'età avanza inesorabile.
Il mio difetto di vista, superati i 40 anni, porta a un improvviso invecchiamento degli occhi di un lustro, e urge rimediare con degli occhiali che mi permettano di vedere da lontano e da vicino (lettura), con una gradazione intermedia per media distanza (computer),
Fatta la visita a dicembre dal mio oculista, ho tentennato diversi mesi ascoltando diversi opinioni su queste famigerate lenti progressive. Molte persone mi hanno raccontato di problemi di adattamento pazzeschi: nausea, capogiro, persino crisi di vomito... e io mi sono chiesto: "Mi toccherà girare con due occhiali per il resto della mia vita? Uno per la vista da lontano e uno, agganciato al collo, per riuscire a leggere il prezzo dei ravanelli al mercato della frutta e verdura?"
Decido di affrontare la situazione - anche economica - e cerco di capire cosa mi aspetta.
Entro, spiego cosa cerco e consegno la prescrizione del mio oculista al commesso del negozio di ottica. Mi accompagna nella sala dove sono esposte le montature. Vorrei una montatura simile a quella che indosso. Lui mi osserva, poi si gira verso la vetrina illuminata con tutte le montature e ne sceglie una. Me la porge. Chiedo la marca. Mi risponde. "Dolce & Gabbana."
"Noooo... niente Dolce & Gabbana!"ribatto io, con piglio deciso.
Lui mi guarda e mi dice: "Mmm... anche lei? Mi è già successo in questi giorni."
Provo altre due montature e il commesso, chiamato da un responsabile del negozio, mi lascia nelle mani di una collega. Mi presento. Spiego anche a lei cosa sto cercando. Prende sorridente una montatura dallo scaffale e mi dice: "Provi questa!"
"Marca?"
"Dolce & Gabbana."
"Di nuovo?", penso. "Ma sono appassionati del marchio o cercano di vendere delle montature che nessuno vuole più?"
Ripeto anche a lei che non voglio montature di quella marca e vedo l'espressione stranita della commessa che si incrocia con un'altra collega. Anche un altro cliente, un signore di mezza età impegnato come me nella scelta di un occhiale progressivo, mi guarda e sorride. Ha capito.
Dopo varie prove individuo due montature. Una di Gucci e una di Armani. Quella di Gucci è fighissima. Quella di Armani è molto particolare. Chiedo il prezzo. Gucci 240 euro ('sticazzi!), Armani 120 euro. E figurati se io non mi innamoro della montatura più costosa!
Ci sediamo e parliamo delle lenti. Mi apre davanti uno schema e mi illustra come sono composte le lenti progressive. In poche parole, a parte le tre zone per vista da lontano, distanza media e da vicino, ai lati, ci sono due zone cieche, dove non riesci a mettere a fuoco l'immagine. Quindi, più sono ampie queste zone laterali, più si restringe la zona dove metti a fuoco l'immagine, e più scende il prezzo delle lenti. Ovviamente con tutte le problematiche di adattamento (vedi nausea, capogiri, vomito) che ne conseguono. Chiedo il costo delle tre opzioni. Sono già seduto... non posso crollare al suolo. Arriva la sentenza. Mettendo le lenti più buone e la montatura Armani spendo 950 euro. Parliamo di 3/4 di uno stipendio medio. Pazzesco! Con lo sconto arrivo a 870, compresa l'assicurazione sulle lenti che mi garantisce, nei prossimi 2 anni, di poterle cambiare con il 70% di sconto se le dovessi graffiare o danneggiare.
Okay... li compro. Non posso farne a meno. Senza occhiali non distinguo i parenti.
Ho un mese di tempo per capire se mi abituerò alle lenti progressive. Se non riuscissi proprio a tenerli e indossarli, mi faranno due occhiali, uno da lontano e uno da vicino, con la stessa medesima cifra (troppo buoni!)
Esco dal negozio frastornato e nei giorni successivi mi scontro con mezzo mondo. Tutti mi dicono: "Ma sei matto? Ma dovevi andare qui e dovevi andare là e risparmiavi."
Si sa, sono tutti furbissimi e bravissimi quando si parla dei casini altrui. Io sorrido e dico solo: "E non potevi dirmelo prima?"... così li faccio contenti e ci passo per fesso io. Poi ho anche pensato alle piccole azioni che tutti noi facciamo e mi sono detto: "Beh, mica è una cosa da poco se uno dice no a una montatura d'occhiale, se uno dice no a una borsetta e un altro a un pantalone... l'effetto a catena può essere devastante per un marchio come Dolce & Gabbana!"
Sono pentito del mio boicottaggio? Manco per niente. Io sono molto Dolce e non sono per niente un Volta-Gabbana... diversamente da certi signorotti ricchi e viziati che pensano di poter sparare cazzate senza subire nessuna conseguenza e urlano FASCISTI a chi decide di non comprare più un bottone della loro linea di moda.
Post dedicato ai BAMBINI SINTETICI. Facciamoci una risata alla faccia loro. :-)
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