Buon Halloween a tutti!!!
Io lo festeggio così, proponendovi un'intervista molto particolare che è formata dalle domande che i lettori mi hanno posto ieri pomeriggio sulla pagina FB della Watson Edizioni, casa editrice romana che ha creduto nel mio folle mondo e ha pubblicato IL CLAN DEI CARI ESTINTI.
Ciao
Carlo!
Io ho letto il tuo libro e mi è piaciuto davvero tanto:
amo particolarmente l'ambientazione che mi ha ricordato il mio regista
preferito, ovvero Tim Burton.
Dato, però, che scommetto ci saranno molte domande sul
libro da parte dei "lettori extra watson", voglio chiederti
tutt'altro giusto per rompere il ghiaccio.
Ad esempio, quali sono le tue serie tv preferite? Gli
scrittori preferiti? I film preferiti e la musica preferita? Lo so, mi starai
odiando, ma l'arte è bella perché ha mille sfaccettature.
Più che altro ci sarà qualcuno che ti starà odiando in
questo momento perché hai bruciato troppe domande in una volta sola. Sono
felice di sapere che il mio romanzo ti è piaciuto... e sì, lo confesso, Tim
Burton, ma anche Neil Gaiman e Stephen King, sono dei punti di riferimento
immancabili. Le mie serie preferite? Io con la serialità ho qualche problema.
Mi annoio e non riesco a essere fedele nel tempo. Ho seguito le prime due
stagioni di LOST e poi mi sono arreso. Sono legato ai telefilm della mia
gioventù… cose molto pop come “George & Mildred”, “Alice”, “Mork &
Mindy”, “Strega per amore”, “I Jefferson”… e tanti altri. Film preferito? BLADE RUNNER. Musica? Navigo
negli anni ’80. Eurythimcs, Culture Club, Prince e compagnia danzante.
L'idea
di far "rivivere" le anime nel "Clan dei cari estinti" è
legata al desiderio di alleggerire il cuore, sperando che i nostri cari estinti,
"vivano" ancora e li si possa riabbracciare un giorno?
Scrivendo la storia di Sad ho provato
a immaginare un DOPO più divertente e imprevedibile. Spero di esserci riuscito.
Durante
una presentazione del Tuo romanzo, IL CLAN DEI CARI ESTINTI, raccontasti chi ti
sussurrò il nome di Sad all'orecchio. La domanda è… lui sarebbe felice e
onorato secondo te?
Io non lo so. Spero tanto che lo sia... da quel mondo
altro dove tutti finiremo prima o poi. Ho fatto del mio meglio per essere
fedele alla scintilla originaria.
Tu
dove ti faresti trasportare dalla magica pietra, se fossi nei panni di Sad?
A casa di Stephen King!
Vorrei
sapere se per te è più importante sfogare le tue emozioni attraverso la
scrittura oppure il desiderio, magari inconscio, di far emozionare il tuo
lettore con le parole intense che scrivi.
Quando scrivo non penso mai al possibile lettore che in
un futuro più o meno lontano leggerà le mie parole. Cerco di restare fedele
alla storia che ho in mente senza mettermi limiti di nessun genere. Sfogo
invece le mie emozioni. Lascio liberi i miei fantasmi irrequieti. Loro sì che
sono tanti e pretenziosi.
Il
tuo è un romanzo piuttosto giovanile. Come mai questa scelta di scrivere un romanzo
per ragazzi?
Sembrerà strano, ma non ho mai pensato di scrivere un
libro per ragazzi. Io sapevo soltanto che dovevo scrivere assolutamente la
storia di Sad. La voce e il ritmo sono venuti fuori in un modo del tutto
naturale. Senza calcoli di nessun tipo. Una scrittura molto istintiva e
spontanea. Non mi era mai capitato prima di allora. Credo che il romanzo sia
adatto ai ragazzi dai 10 ai 99 anni. Io coltivo ancora moltissimo il bambino
scemo che c'è in me.
Una
domanda secca: in cosa Sad ti somiglia?
Beh, in diverse occasioni, durante le presentazioni
pubbliche, mi hanno chiesto quanto c'è di Sad in me. Potrei dire tutto e
niente. Inevitabilmente le nostre storie sono impastate di emozioni, ricordi,
momenti che abbiamo vissuto nel reale. Un mix che mi è difficile classificare e
controllare. Si vive di onde e rimandi.
Ho
amato IL CLAN DEI CARI ESTINTI come anche il tuo primo romanzo "DOMANI
SARA' UN GIORNO PERFETTO". Ho apprezzato particolarmente la facilità con
cui riesci a delineare le personalità tipiche degli adolescenti (Sad/Corrado
per “il Clan…” e Denis per "Un giorno…"). Tra l'altro l'ambientazione
nostrana (che francamente preferisco), priva di (in)credibili stranierismi
forzati, determina una forte maturità narrativa. Una narrativa che molto spesso
ha a che fare con argomenti che mi stanno molto a cuore e la morte è uno di
questi. Che rapporto hai tu, con la morte? O meglio, con ciò che pensi (o non
pensi) ci sia dall'altro lato?
Con la Signora Morte ci diamo del tu perché già troppe
volte ha suonato al mio campanello. La faccio entrare, le offro un caffè e
cerco di fregarla con qualche trucchetto. Ma Lei è furba e non ci casca quasi
mai. Mi dice sempre "A presto!" quando va via. Io sorrido, chiudo la
porta e tocco il cornetto che ho in tasca. In questo sono molto napoletano.
Una
curiosità che ho sempre nei confronti di chi scrive... musica e scrittura... Mi
immagino sempre uno scrittore che scrive mentre in sottofondo ha la sua musica
preferita, per trarre ispirazione... è cosi per te? Lo è mai stato? Non ho
letto Sad, ma trovo la tua scrittura molto ritmica (parlo del precedente
libro...”Domani sarà un giorno perfetto”) e che richiama immagini molto
musicali ... Sad è stato ispirato dalla (tua) musica?
Il mio primo romanzo, ha un ritmo e uno stile molto
diverso da quello de IL CLAN DEI CARI
ESTINTI. Sono due libri diversissimi, ma con un'anima in comune. No, devo
deluderti. Io, quando scrivo, non ascolto musica. Scrivo nel silenzio assoluto,
completamente concentrato sulla sinfonia di voci che ho in testa. Se dovessi
mettere nello stereo un cd di David Bowie o Billy Corgan... poi ascolterei
soltanto la loro musica e non scriverei più neanche una riga.
Rileggendo
IL CLAN DEI CARI ESTINTI ti è capitato di emozionarti? Se si, quale parte ti ha
particolarmente emozionato?
Ogni volta che mi è capitato di rileggerlo mi sono
emozionato e sorpreso. Una storia non smette mai di raccontarti delle cose
diverse. Cambia e si evolve.
Cosa
chiederesti al Pozzo delle Voci?
Se esistesse davvero nella realtà, chiederei al Pozzo
delle Voci di farmi parlare con delle persone care che non ci sono più. Persone
che mi mancano moltissimo Troppo.
Io
ho cominciato ieri il tuo libro e la prima cosa che mi è venuta in mente è: da
dove hai tratto l'ispirazione per questa storia? Banalmente, come ti è venuta
l'idea?
La storia di Sad nasce all'improvviso, il giorno di
Halloween del 2012, mentre sono al funerale di un caro amico scomparso
inaspettatamente pochi giorni prima. L'idea che il funerale di Corrado Sobrero
(egregio scrittore e persona meravigliosa) si celebrasse il giorno di
Halloween, mi sembrò il suo ultimo sberleffo alla vita. Ecco, mentre guardavo
la sua bara entrare nel loculo, mi esplose nel cervello una domanda assurda: e
se chi muore ad Halloween morisse solo un po'? Tutto è nato da lì. Da quella
scintilla d'amore.
Ho
letto entrambi i tuoi libri e per diversi motivi entrambi mi hanno emozionata, ma
Sad è riuscito anche a farmi piangere e sorridere allo stesso tempo e ti chiedo
quanto Carlo c'è in Sad? Aspetto il seguito.
Sad è molto più forte e coraggioso di quanto lo sia mai
stato io. Lo invidio... ha un cuore grande e non teme il sacrificio. Io, invece,
sono un Nerd. Tutto qui.
Ho
visto molto affetto attorno al tuo Sad e appena dopo la fine del libro si sente
la mancanza del personaggio che ci ha fatto compagnia durante la lettura,
vorrei chiederti: ma questa storia avrà un seguito? E a parte il seguito, hai
mai pensato di farlo addirittura diventare una serie? " Le fantastiche
avventure di Sad e la sua combriccola!" Sarebbe fantastico! Comunque
complimenti, il Clan mi è piaciuto veramente tantissimo, è un piccolo
capolavoro per il suo genere.
La nostalgia post-lettura ha catturato molti lettori e se
mi verrà un'idea davvero bella... perché no... Sad e combriccola mancano moltissimo
anche a me.
Sei
al tuo secondo romanzo e mi pare di capire che IL CLAN DEI CARI ESTINTI stia
riscuotendo un successo particolare, sento un'intensa partecipazione e
condivisione. Secondo te è il genere gotico che ha portato a questo? E se sì,
credi di proseguire su questo genere narrativo?
No, non penso sia il genere... penso sia merito di Sad.
Solo suo.
Qual
è il tuo scrittore preferito in assoluto? E qual è uno dei libri più belli che
tu abbia mai letto?
Stephen KIng. Il più bello? L'amico ritrovato. Mi
travolse e mi sconvolse.
Ho
sempre amato il genere gotico. Le mie prime letture sono state sotto il segno
dei Classici come Stoker, Lovecraft, Lewis e qualcosa di meno horror ma più
sottile come Henry James, prendiamo ad esempio Giro di vite. Il clan dei cari
estinti potrebbe diventare un grande classico. Lo hai scritto ispirato ad un
sogno, ad una lettura o ad un puro gioco di pensieri fantastici? La trama è
davvero particolare.
Ho già risposto su come arrivò la scintilla creativa.
Poi, quella scintilla, si deve domare e controllare. Dopo c'è il lavoro sporco.
Ovvero, mettersi con il sedere su una sedia e scrivere, correggere, limare,
rivedere, assemblare, scrivere ancora, buttare nel cestino, maledire il tempo e
i dolori di schiena, tagliare ancora, riscrivere e così per due anni. Un gran
divertimento, che dici?
Oggi
ho definito il tuo romanzo Nerolacrima. Nel leggerlo ho provato un emozione
particolare: l'ansia della perdita con la speranza che il ricordo possa
mitigare il dolore. Quale è la frase del romanzo che più da il senso alla tua
visione della vita?
Impossibile per me indicare una frase tra tante. Penso
che questa, però, sia alquanto rappresentativa del tutto: "Perché era
bello fidarsi. Era bello affidarsi. Farsi accogliere tra le braccia di qualcuno
e lasciare che la corrente decidesse da sé la riva da conquistare."
Se
Tim Burton ti contattasse per una versione cinematografica di "Il clan dei
cari estinti", sapresti già chi proporre per i vari ruoli? (E dai, Sig.
Tim, lo contatti!). E un'altra domanda, presto presto che sono quasi le 18. La
notte, ti capita di dormire con l'abat-jour acceso? A me, si.
No, io devo avere solo buio intorno. Un film di Tim
Burton? Non oso sognare così tanto.
Mi
chiedo spesso come nasca un personaggio. Sad per esempio. Arriva subito ? Come
ti bussasse sulla fronte? Insistente e superbo, o si costruisce pian piano, cancellatura dopo cancellatura?
Sad, o chi per lui, mi ha sussurrato il suo nome il 31
ottobre del 2012... e da quel momento, non mi ha più lasciato solo.
In
che modo può essere terapeutico scrivere? Lo è anche secondo me, intendiamoci,
ma mi piacerebbe che tu specificassi il tuo modo di vivere la scrittura.
Io non sono una persona normale. Ho tante fobie, paure,
insicurezze, inadeguatezze... insomma un pasticcio umano che cammina su due
gambe. La scrittura mi permette di creare un mondo-altro dove io posso sentirmi
a casa... dove posso legittimare i mie lati oscuri. E inoltre mi diverto che
nella vita, mi pare, non è cosa da poco.
Hai
in mente di usare uno o più dei tuoi personaggi in un seguito del libro o
magari in altri romanzi?
Per ora non ho in mente niente, sebbene, come ho già
accennato in una risposta precedente, la combriccola di Sad mi manchi
moltissimo. E infatti ho scritto un racconto proprio per calmare questa ansia
nostalgica.
Quale
dei personaggi di cui hai scritto è più ispirato alla tua vita o alla vita di
persone reali?
Tutti i personaggi hanno qualcosa che ho rubato ad amici,
conoscenti o persone spiate per strada. Chi scrive ruba... ruba sempre. Mai fidarsi
di un racconta-storie.
Mi
hanno appena regalato il libro e sono ancora alle prime pagine però sono
meravigliata dalla semplicità con cui scrivi, come se le parole venissero fuori
da sole. Allora ti chiedo, dove hai trovato l'ispirazione per Corrado? È forse una parte di te o della tua infanzia?
Ho già risposto sulla fonte che mi ha ispirato e non mi
ripeto. Ovviamente c'è anche molto della mia infanzia dentro al romanzo. Ad
esempio... l'ospedale abbandonato che descrivo nel primo capitolo, è preso
dalla mia vita reale. Ci giocavo da bambino e si trovava davanti a casa mia. Un
regno di cemento e angoli oscuri.
Grazie a tutti gli amici zombie che hanno partecipato al gioco. Dolcetto o scherzetto? Ovviamente scherzetto. eheheh...
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