Il romanzo di Lorenza Ghinelli l'ho comprato per due motivi.
L'anno scorso ho letto la sua prima prova intitolata IL DIVORATORE (definito in un modo un po' spavaldo e approssimativo il caso letterario del 2011) e ho trovato la storia interessante e particolare.
Un romanzo venato di mistery e horror con qualche soluzione un po' acerba e qualche trovata infelice. Un libro che scivolava senza intoppi, ma che non graffiava.
Il secondo motivo che mi ha spinto a comprare il romanzo è la notizia che rischia di entrare nella cinquina del Premio Strega.
La mia curiosità è salita alle stelle.
Un romanzo pubblicato da una casa editrice specializzata in libri di genere che osa sfidare grandi autori e grandi-mega corazzate editoriali?
Imperdibile!
Mi ci sono buttato dentro a testa bassa e ho trovato un romanzo più equilibrato, maturo e coraggioso del primo.
Coraggioso soprattuto nell'uso della lingua.
Spezzata, tagliata, onirica, allucinata, poetica, lisergica.
Un overdose di paratassi.
Soluzioni spesso al limite dell'ermetismo.
Un eccesso di enfasi poetica e descrittiva.
Alcune scene memorabili restano impresse come diapositive nella mente.
Altre, troppo complicate e ombelicali, non aggiungono nulla al romanzo e appesantiscono la lettura.
Ghinelli racconta la storia di tre bambini diversi, alieni, violati dalla vita e dal destino.
Estefan, Martino e la piccola Greta.
Ognuno di loro vive al margine di un incubo personale.
La paura dei buchi neri...la paura di caderci dentro...il senso di colpa che attanaglia i sogni dall'inizio alla fine.
Si trattano temi forti come la violenza e la pedofilia, ma lo si fa con garbo e senza eccedere nello scabroso e nel truculento.
Qualcuno potrebbe storcere il naso per qualche immagine forte, per qualche scelta linguistica estrema...ma il libro, se non si è cresciuti solo a pane e Harmony, non può disturbare di certo la sensibilità di un lettore sveglio e consapevole.
Copertina e titolo: 5 (si poteva fare molto meglio!).
Storia: 8
Trama: 7
Stile: 8
Personaggi: 8
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