Esco dal ristorante alle 23:30 dopo il turno serale.
C'è freddo.
Tira un vento fastidioso.
La città è deserta.
Bar e ristoranti sono già chiusi e le insegne spente.
Mi chiedo come sia possibile che le anime perse che vagavano per le strade solitarie, si siano ritrovate tutte nella nostra trattoria.
Mi fa male la schiena.
Uno strappo muscolare provocato da un movimeto sbagliato in magazzino.
Ho fame.
Ho voglia di tornare a casa, di infilarmi le ciabatte e di rilassarmi davanti alla TV.
Cammino veloce, soffrendo i morsi del freddo e pensando soltanto al calduccio del divano.
Mi vengono incontro due ragazzi.
Lui, alto e moro.
Lei, bionda e carina.
Il ragazzo mi ferma e mi dice: "Puedo chiedere una questione?"
"Prego...dimmi pure" rispondo io.
Il ragazzo allarga le braccia e mi chiede: "Dove sta la fiesta?"
Per un attimo penso alla mia macchina parcheggiata sotto casa.
"La fiesta?" ripeto.
"Sì, la fiesta" dice il ragazzo indicando il porto in lontananza, i giardini bui, le case del centro storico.
"Ah, ecco...la fiesta generale...e...amico...mi sa che la fiesta è finita."
"Niente fiesta?"
Ma mi hai visto?
Penso.
Hai visto con chi stai parlando?
Ti sembro uno in cerca di fiesta?
Ecco cosa vuol dire partire in vacanza in bassa stagione.
Si risparmia...è vero...ma la fiesta...spesso...non è ancora iniziata per nessuno.
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