giovedì 26 gennaio 2012

LE OMBRE AZZURRE di PATRIZIA MUCCIOLO


Ho letto diversi fantasy nella mia lunga vita di lettore.
Non sono un esperto e in un certo senso non sono neanche un fanatico del genere.
Ho letto tutta la produzione di Terry Brooks, un autore molto amato e spesso contestato per il suo approccio al genere.
Ho letto tutta la saga di Harry Potter.
All'inizio con qualche ritrosia e man mano che procedevo nella lettura sempre più coinvolto dalla storia che mi veniva raccontata.
Ho letto qualcos'altro ma, sicuramente, mi mancano dei capisaldi del genere come il maestro indiscusso:Tolkien.

Tutto questo preambolo per parlare di un romanzo fantasy tutto made in Italy che ho letto di recente.
LE OMBRE AZZURRE di PATRIZIA MUCCIOLO.
Finalista del Torneo 2011 di Gems e pubblicato di recente in versione ebook.
Il romanzo è ambientato in Italia (scelta già di per sè curiosa) e l'azione si svolge nei primi anni '60.
Racconta di un ragazzino che si risveglia con la memoria azzerata in un vicolo di una città che non riconosce: non ricorda più nulla della sua vita e della sua famiglia. Un altro ragazzino, che incontra casualmente, lo aiuta a risolvere il mistero che lo circonda. Tutta l'azione si muove intorno alla complicità che lega i due ragazzini e ai personaggi che interagiscono con loro: famiglie, insegnanti, compaesani, compagni di classe, amici di scorribande. Non vi anticipo nulla per ovvie ragioni. Posso solo dirvi che la narrazione riesce a coinvolgere il lettore e a stupirlo con la creazione di una vasta gamma di personaggi che sembrano uscire di peso da certi film italiani in bianco e nero che raccontavano la provincia italiana con uno sguardo ironico e disincantato.
La magia c'è...ma appare con parsimonia e senza mai prevaricare sull'umanita dei personaggi.
Ho chiesto a Patrizia Mucciolo di rilasciarmi un'intervita e lei, gentilissima, non solo ha risposto, ma mi ha anche confessato di essersi divertita. 
Ecco il frutto del nostro incontro virtuale! 

 Com’è nata l’idea di un romanzo fantasy ambientato nella provincia italiana?
Il 1965 vuol dire la televisione e le sue suggestioni: notizie dallo spazio e cartoni di Hanna e Barbera, quelli che passano ancora oggi in TV. Un dettaglio all’apparenza frivolo sul quale, ma solo a partire da quegli anni, due generazioni distanti si possono ancora confrontare.
L’idea del romanzo nasce dal fatto che mio figlio era rimasto senza libri da leggere. Più o meno tra il secondo e il terzo Harry Potter. Un libro? Che ci vuole? Lo scrivo io. Non avevo previsto che sarebbe  saltato fuori un fantasy. Ero solo partita da una cosa che da piccola mi aveva colpito parecchio: nel mio paese, un ragazzino della mia età era stato trovato morto a un angolo della strada. Ecco perché la provincia, ecco perché quegli anni. La storia è venuta fuori da sola e ha preso quella piega…
I personaggi nel romanzo sono tanti, ma alcuni spiccano per carattere e personalità. Vedi la maestra Cornacchia. Come lavori sui personaggi?
Fanno tutto loro. Alcuni li conosco. Non devo fare altro che guardarli e ascoltarli mentre si muovono nella storia, poi seguirli fino a casa e spiarli dalla finestra. Altri si presentano da soli, come il maresciallo. Quelli devo solo collocarli nel presepio. E poi, semplicemente, ci sono io travestita. Come sempre.
 
L’amicizia tra i due ragazzini e il contesto famigliare che si muove alle loro spalle arricchisce la storia di spunti umani teneri e divertenti. Quanto c’è di tuo e quanto di inventato?
C’è molto di mio. La casa di Agostino, “vicino alla pesa pubblica, nella contrada bassa” è la casa di una compagna di scuola dove ho passato pomeriggi a fare (anche) i compiti mentre gli interpreti della sua vita famigliare mi si muovevano attorno. Scegliendo quella casa ho preso il pacchetto completo, familiari compresi, anche se la madre, la Vittorina, è una madre universale, rappresentativa di tutte le madri che conoscevo all’epoca, madri casalinghe, col ceffone facile, che la mattina andavano a far la spesa e il pomeriggio facevano il minestrone. 
La tua passione quando nasce e dove e quando ami scrivere?
Nasce dall’aver finito un libro in un posto sperduto e non avere altro da leggere. Ho cominciato a scrivere durante turni di guardia in cui grazie al cielo mi annoiavo.  Ci ho preso gusto.
Quanto alle circostanze, è inutile, non ho il sacro fuoco. Scrivo quando sono obbligata in un posto e non ho altro da fare.

Il fantasy e il magico, nel tuo libro, sono molto contenuti e controllati. Avevi paura di esagerare premendo sull’acceleratore o si tratta solo di naturale economia del testo?
Non amo molto gli effetti speciali, neanche al cinema. Quelli raccontati poi sono terreno davvero scivoloso, si rischia il ridicolo. Il diavolo abita sul tuo stesso pianerottolo e tu non lo sai perché non c’è scritto Belzebù sul campanello. Non è più incisivo della visione del diavolo in alta uniforme?
Ami il fantasy più tradizionale o lo consideri un genere poco interessante?
Non sopporto elfi, gnomi, draghi e tritoni (?), mappe di terre di nessuno, regni da difendere, futuri apocalittici, cavalieri che se la tirano, nottole e vampiri.

La tua prima memoria culturale?
Ho finito i compiti, sto coi piedi appoggiati a una stufa e leggo il Giornalino di Gianburrasca.
Biografia in una playlist?
Infanzia: Tutti morimmo a stento - Fabrizio de André (ero una bambina allegra)
Adolescenza: Selling England by the pound - Genesis
Giovinezza: Avalon -  Roxy Music
Maturità: Drowning by numbers -  Michael Nyman
Vecchiaia, che culo posso contare anche quella: Vaka - Sigur ros
 
Cosa stai leggendo in questo momento?
La misteriosa fiamma della regina Loana.
Mai compiuto illegalità nel nome della cultura?
Un paio di libri devo averli rubacchiati. Ma in un grande magazzino. E poi allora si chiamavano espropri proletari (più difficili a dirsi che a farsi).
Feticismi tecnologici?
A parte il notebook sempre acceso non ho altro.
Cosa odi e ami del web?
Del web amo l’hic et nunc, di cui al contempo mi rammarico, essendo antica dentro.
Un gesto politico importante?
Mi rendo conto che l’invasione della Polonia abbia avuto una sua catastrofica rilevanza, ma considererei gesto politico innovativo una pubblica ammissione di colpa.
La frase scusa preferita?
Ho avuto altro da fare
A 13 anni cosa volevi fare?
Avevo visto una riduzione televisiva in cui il dr. Jekill era un biologo. Che cose interessanti fanno i biologi, mi ero detta…
Poi alle prese coi ribosomi ho capito che non era vero.
Hai per un giorno il potere assoluto: la prima cosa che fai?
Disintegro i SUV. Quando ho finito di ridere mi occupo delle testate nucleari, su quaranta delle quali sto  seduta nel momento in cui scrivo. Poi spengo Las Vegas.
Se la tua vita fosse un film chi sarebbe il regista?
Il Leone Pompucci delle Mille bolle blu.
Come spiegheresti a un bambino la parola: felicità?
Con un fuoco d’artificio.
Cosa conta più dell’amore?
La felicità, ma forse anche quella è una delle sue facce.
La tua casa brucia, cosa salvi?
Mi sa la carta di credito.
Se dico Italia… cos’è la prima cosa che ti viene in mente?
Piazze e campanili.
La volta che hai riso di più?
Alle medie, un pomeriggio in cui con due amiche si doveva fare una ricerca sul Giappone. Invece continuavamo a rincorrerci per le scale cercando di non far rumore.
Una cosa che non hai mai capito della gente?
Come possa credere alla pubblicità dei detersivi.
Una cosa che volevi e non hai avuto?
Una finestra su un parco. (Non è vero. Due gambe strepitose. Da girare sempre in mutande anche d’inverno)
Un consiglio che non hai dimenticato
Mai mischiare amicizia e interesse.
Come valuti la tua esperienza al Torneo di Gems?
Innanzitutto divertente. Ho letto con libidine quello che scrivono gli altri, ho conosciuto persone gradevoli e qualche anima sorella. Ho capito che non parteciperò mai più ai concorsi della proloco e del dopolavoro ferrovieri, perché dopo che hai accidentalmente brindato con l’editore di Harry Potter ti monti la testa, mi sono trovata con un romanzo diffuso in rete che forse non leggerà nessuno, ma sostenuto come né io   una sconosciuta casa editrice avremmo potuto fare con un libro di carta. In fondo io ho solo partecipato a un concorso, il resto è venuto da solo.
Cosa guardi in tv e cosa odi della tv?
Guardo davvero di tutto perché ho il gusto dell’orrido. Mi piace spiare nelle case della gente, guardare i soprammobili, i centrini e i calendari appesi, la moquette degli inglesi e i giardinetti con bandiera degli americani. I programmi sui ciccioni. Odio la pubblicità, i programmi di cucina e i programmi contenitore col pubblico che interviene urlando, per quanto alcune trippone vocianti a volte mi affascinano.
Una frase che ti rappresenti?
Ci penserò domani.
Quanto conta il sesso nella vita?
Faresti questa domanda a Minnie e Topolino?
Il senso più importante
Il senso dell’umorismo.
Il film animato più amato da bambina?
La spada nella roccia.
Cosa c’è sempre nel tuo frigo?
Una bottiglia da stappare.
Una cosa stupida che non riesci a smettere di fare?
Leggere il blog di Io Scrittore anche quando agonizza.
Icone moderne?
… me ne venisse in mente una… Chi si appende alle pareti della camera adesso? Homer?
Il vero lusso è?
Avere tempo libero. Ma non per andare in palestra però. Andare. Magari per cicoria. O semplicemente stare.
Progetti futuri?
Finire il seguito delle Ombre azzurre. (REVENGE!)
Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni? Tre nomi.
Vittorio Zucconi, Beppe Severgnini e quel bel ciccipuccettone di Colin Firth. L’ultimo nominato può anche stare zitto.
Se alzi gli occhi al cielo cosa pensi?
Ehi, c’è qualcuno?

***
Ecco qui...l'intervista è finita.
Devo confessare che le risposte di Patrizia Mucciolo mi hanno divertito per la sagacia e l'ironia sottile.
Ancora grazie per la disponibilità.

ALIAS

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